La trentaduesima edizione del nostro TG dell’arte parte dalla riapertura del celebre Labirinto di Arnaldo Pomodoro a Milano, per passare poi agli scatti del fotografo Premio Pulitzer Lorenzo Tugnoli, in mostra a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. Il nostro percorso nell’arte si conclude a Milano, dove Tempesta Gallery ospita la mostra Unveiling the Unknown.
1. Riapre il Labirinto di Arnaldo Pomodoro

Ispirato all’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema epico della storia umana, si trova nel sottosuolo della Fondazione Fendi a Milano. Non si tratta di un’opera da osservare, ma da vivere e percorrere con il corpo tra stanze, passaggi nascosti e camere segrete.
Tre sono le stanze che compongono il labirinto, ciascuna protetta da una porta girevole dall’effetto cinematografico, per una superficie totale di 170 metri quadri. L’uso del fiberglass, materiale predominante, non è casuale: è un omaggio alle prime sperimentazioni dell’artista negli anni ’60, quando lo utilizzava per scenografie e gioielli, sfruttandone la leggerezza e l’economicità.
2. ‘Fa che sia un racconto’

Quaranta scatti inediti, tutti in bianco e nero, raccontano la guerra senza filtri. A Bagnacavallo, la mostra Fa che sia un racconto, curata da Francesca Recchia e con la direzione creativa di Diego Segatto, espone le foto di Lorenzo Tugnoli, unico fotoreporter italiano Premio Pulitzer.
Si tratta di lavori che immortalano Palestina e Libano. Il titolo, infatti, viene da una poesia palestinese. Questa mostra vuole essere un atto di resistenza contro l’oblio e la disumanizzazione del conflitto. L’occasione per vedere il lavoro di un grande fotografo che porta la testimonianza dell’orrore della guerra.
3. I materiali carichi di memoria da Tempesta Gallery

La Tempesta Gallery di Milano ospita la mostra “Unveiling the Unknown” che vede protagonisti gli artisti Théo Viardin e Lou Jaworski, curata da Domenico de Chirico. Una mostra unisce due ricerche artistiche diverse ma in dialogo tra loro.
Da un lato, Théo Viardin con le sue opere pittoriche: figure umane monumentali, sospese tra biopunk e crisi ambientale, dipinte a olio con uno stile ricco e stratificato.
Dall’altro, Lou Jaworski, che lavora con materiali come marmo e meteoriti per creare sculture essenziali, tra memoria e percezione.
Un percorso che invita a riflettere sul rapporto tra uomo, tecnologia e futuro grazie a un incrocio di visioni, tra tradizione e avanguardia.
Immagine di copertina: Lorenzo Tugnoli, Fa che sia un racconto, exhibition view, Ex Convento San Francesco, Bagnacavallo (Ravenna), 2025 – Courtesy PCM Studio, © fotografie di Lorenzo Tugnoli
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