Cosa succede quando un esame di Storia dell’Arte diventa una sfida creativa e multidisciplinare?
Nasce “Futuristi 1909”, un progetto sorprendente firmato da Mattia Fontanari, studente del corso di Graphic Design presso lo IED – Istituto Europeo di Design di Milano, che unisce arte, sport e comunicazione visiva.
L’elaborato nasce da una richiesta semplice: approfondire una corrente artistica. Ma la risposta è tutt’altro che convenzionale. Fontanari sceglie il Futurismo, e lo reinterpreta con il linguaggio del jersey design, trasformando l’idea di una semplice “divisa” in un potente manifesto visivo.

Un progetto tra arte, design e provocazione
La maglia progettata si ispira alle estetiche frenetiche e spigolose di Fortunato Depero e ai principi del Manifesto della Moda Futurista di Giacomo Balla. Il risultato? Nessuna simmetria, nessuna banda ordinata: solo asimmetrie visive, contrasti cromatici e composizioni audaci.
Anche il logo della squadra immaginaria segue la stessa logica: forme che si scontrano, superfici che si sovrappongono, pieni e vuoti in tensione dinamica.
“Futuristi 1909” non è solo un progetto scolastico: è un esempio concreto di come la didattica dell’arte possa evolvere verso forme sperimentali, capaci di attivare pensiero critico e linguaggi contemporanei.
L’esame che diventa progetto
Il lavoro nasce all’interno dell’esame di Storia dell’Arte tenuto dalla prof.ssa Dafne Niglio, ma si allontana volutamente da ogni approccio accademico tradizionale.
Niente tesine, niente slide: solo progetto, visione, ibridazione culturale.
Per lo IED Milano, e in particolare per il corso di Graphic Design, questo è un esempio virtuoso di come anche un esame possa trasformarsi in una esperienza progettuale reale, in grado di fondere cultura visiva, heritage storico e linguaggi del presente.
Una lezione di design (e di futuro)
“Futuristi 1909” ci ricorda che il design non è solo forma: è un dispositivo culturale, una lente per rileggere la realtà. E che la scuola non è solo il luogo del sapere, ma anche quello del fare.
Un progetto che, in pieno spirito futurista, rompe le regole e ci invita a guardare oltre.


Immagini – Courtesy IED Milano e l’artista, ph Alice Antonetti e Federica Barbato