Negli appartamenti privati di Anna d’Austria al Louvre, di recentissimo restauro, va in mostra a Parigi, all’interno di uno dei musei più importanti del mondo, una collezione privata di marmi di grandissimo pregio che racconta la raffinatezza di un’arte sapiente e i gusti colti della sua committenza.
Le numerose opere d’arte esposte nelle sei sale espositive provengono dalla Fondazione Torlonia di Roma e sono state in ampia parte restaurate grazie al sostegno della maison del lusso Bulgari.
Una mostra assolutamente imperdibile a Parigi, fino all’11 novembre 2024.
L’inizio di una collezione leggendaria
È il capostipite Giovanni Torlonia (1754 – 1829) ad appassionarsi, intorno al 1800, all’arte scultorea, e non appena conquista i primi titoli nobiliari, inizia a pianificare acquisizioni importanti, come quella dello scultore Bartolomeo Cavaceppi (1715 – 1799) seguita da quella delle sculture della famiglia Giustiniani.
Sono questi gli anni degli acquisti di busti di imperatori e personaggi celebri dell’antica Roma, seguendo la moda dell’epoca che vedeva i collezionisti del calibro di Giovanni Torlonia impegnati a creare pinacoteche celebrative fatte di volti che al realistico univano il mitico.
La collezione Torlonia diventa ben presto una delle più importanti di Roma, poiché se da una parte la famiglia deteneva un potere economico tale da permetterle nuove acquisizioni, dall’altra sempre gli ingenti mezzi permettevano a Giovanni di finanziare direttamente importanti scavi archeologici per ampliare le sue gallerie di inestimabili tesori.
Il figlio, il principe Alessandro Torlonia (1800 – 1886) non solo continua l’opera paterna, acquisendo nel 1866 l’imponente villa Albani, ma da una svolta cruciale e personale alla collezione.
Con l’aiuto degli antiquari Pietro Ercole Visconti e Carlo Ludovico Visconti, infatti, crea un museo dedicato alla scultura antica, basato su una classificazione ed esposizione scientifica delle opere.
È importante constatare come tale collezione, nata per l’amore dell’antico dei principi Torlonia, già dalla metà dell’Ottocento era in grado di rivaleggiare con i grandi musei internazionali: dai musei Vaticani e Capitolini al museo del Louvre.
Una galleria di ritratti
L’incipit della collezione Torlonia esposta al Louvre si articola in una galleria di ritratti, che se da un lato cercano di riprodurre fedelmente fattezze e piccolissimi dettagli del viso, dall’altro elevano le figure attraverso naturali opere di mitizzazione create dalle mani del raffinato scultore che le ha plasmate. La ritrattistica era molto amata dalle famiglie romane di collezionisti facoltosi, di cui i Torlonia non facevano eccezione.
In questa prima sala del museo, suggeriamo i ritratti di Acquilia Severa e quello di giovane fanciulla, nonché i busti degli imperatori Adriano e Ottaviano Augusto. Merita una vista particolareggiata anche il ritratto di Velardo d’Otricoli per osservare la resa unica delle rughe d’espressione e della pelle dell’anziano uomo eseguita dallo scultore.
Opera Nobilia: l’arte della copia
Se la prima sala è un susseguirsi di ritratti – celebri e non – la seconda sala è un inno alla bellezza classica e atemporale della scuola greca.
È necessario notare come a partire dal II secolo avanti Cristo, in Grecia, si sviluppano tecniche che consentono di riprodurre fedelmente le opere scultoree dei grandi artisti classici come Fidia o Prassitele. Da questo momento, fino a tutto il V secolo, moltissimi committenti romani richiedono agli scultori presenti sul luogo tali opere per le loro importanti residenze, creando un grande mercato di domanda e offerta. Si elaboreranno negli anni anche nuove ideazioni da queste forme antiche e il lavoro di queste botteghe, definite ‘neoattiche’, influenzeranno tutta la produzione artistica romana, anche al di fuori della scultura.
Gli artisti romani, infatti, imparano ben presto a eseguire alla perfezione figure ritraenti Apollo, Eros, Afrodite o un seducente satiro, che diventano archetipi di un gusto per la bellezza classica e atemporale.
I Torlonia acquisiscono, attraverso le loro ville e palazzi, numerosissime opere di repertorio greco classico ma anche neoattiche ed ellenistiche, che diventeranno il fulcro centrale della loro preziosa raccolta nel tempo.
Nella seconda sala, suggeriamo di soffermarsi sulla statua di Hestia Giustiniani, creata in prezioso marmo di Paros, alta quasi due metri. La statua faceva parte dell’antica collezione appartenuta alla famiglia Giustiniani e poi rilevata da Giovanni Torlonia dopo il 1800. Altra opera imponente per dimensione e decoro è la Tazza Albani ornata da rilievi con le fatiche di Ercole, scoperta nel 1762 sulla Via Appia.
L’originalità nella scultura romana: il bassorilievo funerario
Se la seconda e terza sala sono un inno alle sculture di stile greco, le ultime mettono in mostra l’inventiva e l’originalità tipica della scultura romana. Sono questi difatti gli spazi dedicati ai sarcofagi, opere in cui gli scultori romani danno il meglio di loro per estro e inventiva.
Unico nel suo genere è il bassorilievo del sarcofago che figura un corteo che accompagna un magistrato e la sua sposa.
Il nuovo stile maturato a Roma e dispiegato in queste ultime sale, mostra come il fare scultoreo qui proposto, attingendo alla tradizione e all’iconografia Neo Attica delle forme, si fa portatore di significati metafisici più profondi.
Infine, nell’ultima sala si mostra come le collezioni, quella di proprietà della Fondazione Torlonia e quella del Louvre, siano di fatto sorelle. Molte delle sculture che appartengono al Louvre sono state rinvenute nello stesso sito, seppur in circostanze diverse e mostrano una filosofia comune di raccolta ed esposizioni delle arti classiche.
Capolavori della Collezione Torlonia
26 giugno 2024 – 11 novembre 2024
Museo Louvre, Ala Denon, Appartamenti di Anna D’Austria sale 408-414, Parigi
Immagine di copertina: Installation view, Capolavori della Collezione Torlonia, 2024, Louvre, Parigi – Copyright Fondazione Torlonia, ph Agostino Osio
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