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Giovanni Viganò

“Il concetto di “marchio di fabbrica Lodola” diventa un qualcosa d’inconfondibile, una griffe inventata e brevettata assolutamente unica e riconoscibile”.

 

La luce è uno degli elementi indispensabili per la vita dell’uomo, senza la quale non potremmo vivere. Nell’arte svolge un ruolo fondamentale: rende possibile la percezione tridimensionale con le ombre e attribuisce qualità alle superfici, mediante riflessi che le rendono vive. Inoltre, con la sua posizione rispetto all’oggetto, crea giochi chiaroscurali che esaltano o attenuano la modellazione dei volumi. Con la sua potenza crea illuminazioni che attribuiscono un carattere espressivo all’opera. Con le sue varianti cromatiche – calda o fredda – cambia radicalmente la percezione dei colori.

 

Marco Lodola
Marco Lodola, Facciata Dior, 2021, Dior Paris Saint-Honoré.

 

È quindi evidente che per qualsiasi artista la luce è una componente essenziale dell’elaborazione artistica delle proprie opere e ciascuno ha imparato a sfruttarla per far risaltare le qualità delle superfici e ottenere tonalità ed atmosfere.

Michelangelo, per animare le superfici delle sue sculture, si serviva del “non finito”: alternava superfici levigate sulle quali la luce scivola con morbidezza a superfici irregolari che la luce rende vibranti; Donatello utilizzava lo “stiacciato” nei suoi bassorilievi per giocare con l’effetto della luce.

 

Qatar 2022, Katara cultural Village

 

Leonardo, con lo “sfumato” e il chiaroscuro, utilizzava la luce come un elemento determinante dell’immagine; e più tardi sarà il Caravaggio a usare totalmente l’effetto dell’illuminazione come rappresentazione di una luce proveniente da un punto esterno del quadro. Infine, come non citare Rembrandt, dove l’identificazione fra luce e colore diviene totale e l’effetto di illuminazione delle figure è talmente potente che esse stesse sembrano emanare luce.

Andando avanti nel tempo, la sperimentazione con la luce prosegue: Picasso con una torcia cominciò a tracciare nell’aria minotauri, fiori, figure umane, mentre il fotografo nella stanza buia lasciava aperto l’otturatore della sua macchina, illuminando l’artista, con un flash laterale, un attimo prima di terminare lo scatto. Lucio Fontana con il concetto di luce nera, ha introdotto la luce o non luce nelle sue opere.

 

Qatar 2022, Katara cultural Village

 

Tutti questi esempi sono però più che altro astrazioni concettuali. Se dobbiamo portare queste astrazioni concettuali in un’opera d’arte vera e propria, la scelta obbligata e unica è una sola: Marco Lodola. L’idea di luce viene superata con l’uso della luce vera e propria: che sia led, neon, tubi luminosi colorati, poco importa; stiamo parlando di luce – artificiale – vera e propria dentro l’opera. Inoltre, non c’è un’idea di opera d’arte, ma c’è l’opera d’arte vera e propria.

Sculture pop, molto pop con i tipici soggetti di un tempo definito e indefinito allo stesso momento, che spazia dalla gioventù degli anni Ottanta a quella dei millennials. Lodola unisce le due cose, mette insieme l’opera con la luce, per cui quest’ultima è al servizio dell’opera e al tempo stesso è opera d’arte. Il concetto di “marchio di fabbrica Lodola” diventa un qualcosa d’inconfondibile, una griffe inventata e brevettata assolutamente unica e riconoscibile.

Che piaccia o meno, il segno Lodola è unico e riconoscibile appena si vede l’opera. Il suo segreto sta nell’unire i fondamenti della cultura pop alle teorie del postmoderno: invece di utilizzare il pennello, dipinge attraverso la luce, che fa scintillare di cromatismi splendenti la superficie in plastica, altrove invece la attraversa con decine di metri di spirali luminose. Non a caso, musica, moda e sport sono alcuni tra gli ambiti di più frequente applicazione delle sue opere.

La musica, più di una passione per Lodola, ha sempre fatto da sottofondo alle sue opere e in molte occasioni è stata parte integrante sia dell’opera che della musica stessa. Il Festival di Sanremo, concerti importanti e location “uniche” come, ad esempio, Abbey Road hanno fatto da palcoscenico a sculture monumentali.

 

Marco Lodola alle Gallerie Uffizi, 2021, Corridoio Vasariano

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