Fino al 8 novembre, lo spazio espositivo di Fondazione ICA ospita a Milano un trittico di mostre degli artisti Isabella Costabile, Oliver Osborne e Lewis Hammond, curate da Chiara Nuzzi, Gabriella Rebello Kolandra e Alberto Salvadori, che compongono la programmazione annuale della Fondazione.
Al piano terra troviamo Black Milk, prima mostra personale a Milano dell’artista inglese Lewis Hammond. Nelle sue opere pittoriche, così come nei soggetti dipinti, si percepisce al primo sguardo un richiamo forte al tema della fede e della spiritualità, in quanto le opere sono piene di riferimenti e simboli trascendentali. Di contrasto all’immagine positiva e rassicurante della fede i colori invece sono cupi e le deformazioni prospettiche delle figure fanno sprofondare lo spettatore in una sensazione di incertezza e inquietudine.
L’immaginario dell’artista è influenzato dai sentimenti di solitudine, ansia e dubbio che caratterizzano il nostro contemporaneo, specchio delle condizioni psicologiche e sociali nella quale siamo immersi.
Spesso le opere di Hammond richiamano immagini rinascimentali, come per esempio l’Agnus Dei nell’opera Fulcrum (2024) o i conigli, simboli della resurrezione di Cristo, nell’opera Untitled (2025). Inoltre, in un allestimento volutamente quasi teatrale, Black Milk invita alla riflessione attraverso l’ambiguità, collocando le opere in un tempo acronico e sospeso, che sospinge lo spettatore verso un viaggio onirico in cui le paure collettive inconsce si sovrappongono a immagini di fede e fiducia, con l’intento di esorcizzarle. Black come l’ignoto e la paura, Milk, latte, simbolo di purezza e speranza.

Al secondo piano della fondazione è allestita The Sleeping Guard, prima personale italiana di Oliver Osborne, dove con la sua pratica pittorica figurativa indaga, utilizzando tecniche come la serigrafia e la pittura a olio iperrealista, la ripetizione e l’astrazione. Colti nell’atto di riprodursi e sovrapporsi le opere di Osborne contengono riferimenti alla storia dell’arte, alla sua storia personale e il rapporto che ha intrecciato con la città di Milano. Quasi inaspettatamente le opere offrono prospettive inedite facendo convergere questi tre grandi temi e aprendo alla riflessione del ruolo del pittore nella contemporaneità dominata dal digitale. Lo sguardo ai grandi temi della storia dell’arte e la narrazione personale si evince nell’opera chiave della mostra, Mantegna’s Dead Christ (2022) che si ispira a Il Cristo morto (ca. 1480) di Andrea Mantegna, custodito alla Pinacoteca di Brera. In questo omaggio Osborne gioca a far scomparire il corpo di Cristo, che appare e scompare, come per effetto di un gioco di luci riflesse. Anche il titolo della mostra, The Sleeping Guard, è un riferimento al celebre affresco di Filippo Lippi, La liberazione di San Pietro (ca. 1481) custodito nella Cappella Brancacci a Firenze. Tornare quindi ai soggetti del passato e ripetendoli in serie nelle opere, spinge l’artista ad andare oltre al conosciuto, «in una una sorta di creatività attraverso la pazienza».
Sempre al secondo piano, nella project room, troviamo Whose is This? dell’artista newyorkese Isabella Costabile, il terzo intervento di questo trittico espositivo. La sua pratica artistica si inserisce a cavallo tra l’installazione e la scultura, componendo paesaggi immaginari e inediti con materiali di recupero, spesso oggetti comuni e talvolta di uso quotidiano. Gli elementi utilizzati per la composizione delle cinque opere esposte e posizionate sul pavimento, vengono riassemblati senza alterarne l’aspetto, limitandosi a ricontestualizzare la loro funzione, diventando così strumento per un linguaggio nuovo in dialogo con lo spazio espositivo. Molti degli oggetti sono in ferro che l’artista ha saldo insieme nei punti in cui le loro estremità coincidono secondo proporzioni geometriche simili.

Inoltre, l’edificio industriale della Fondazione ICA ha ispirato l’artista per l’essenzialità degli spazi e per il processo trasformativo che l’ex edificio industriale degli anni Trenta ha avuto nel corso del tempo e che oggi appare come uno spazio primario essenziale in cui muoversi.
Un’opera esplicativa della pratica di Costabile è Dreaming on books, che richiama la forma di un banco scolastico a cui è stato applicato una lastra di vetro, quasi a evocare visivamente la metafora del sogno. Le installazioni, quindi, sono cariche del peso del tempo e assemblate diventano dispositivi capaci di raccontare un processo trasformativo, con una nuova storia e narrazione, liberandosi dalla logica di proprietà, un richiamo duchampiano del ready – made e dell’object trouvé.
Infine, Costabile ingloba la parola nel processo artistico, lavorando con testi brevi da lei scritti e inclusi nel booklet della mostra oltre che titoli evocativi che si affiancano alle opere. Essi non descrivono direttamente l’installazione e sono legati ai materiali o ai ricordi che evocano, accompagnando la metamorfosi dell’oggetto, in uno scambio continuo tra frammenti di parole e di oggetti.
Oliver Osborne.The Sleeping Guard
A cura di Alberto Salvadori
Lewis Hammond. Black Milk
A cura di Chiara Nuzzi
Isabella Costabile. Whose is this?
A cura di Chiara Nuzzi e Gabriella Rebello Kolandra
Dal 26 settembre all’8 novembre 2025
ICA Milano, Via Orobia 26 Milano
Immagine di copertina: Oliver Osborne. The Sleeping Guard, exhibition view, ICA Milano, 2025 – Courtesy the artist and ICA Milano, ph. Courtesy Andrea Rossetti Archive
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