Sarà visitabile fino al 12 ottobre 2025 De bello. Notes on war and peace, prima collettiva firmata dal gres art 671 di Bergamo, nata da un’idea di Salvatore Garzillo e Gabriele Micalizzi, curata dalla direttrice di gres art Francesca Acquati in collaborazione con l’azienda 2050+, co-curatrice e responsabile dell’allestimento.
Articolata in cinque aree tematiche (pace apparente, allarme, guerra, macerie, resistenza), “De bello” propone un viaggio secolare nei teatri di guerra, raccontando i conflitti con una nuova sensibilità, ragionando sulla posizione dell’essere umano davanti alle catastrofi belliche. In un mondo dilaniato dalla guerra, l’assuefazione alle sue immagini rischia di limitare, o del tutto annullare, la compassione verso chi si trova in situazioni di pericolo, povertà estrema o nomadismo forzato. In questa prospettiva, la mostra intende riportare l’attenzione verso l’umanità lacerata che si nasconde dietro alle scelte politiche, alle immagini spettacolari dei bombardamenti e alle città distrutte.
In un dialogo che attraversa secoli e distanze geografiche, De bello si impegna a rimettere al centro un discorso umano, distante dalla propaganda e dall’artificiosità che permea i racconti a cui si è quotidianamente soggetti.
L’obiettivo dei curatori è la denuncia urgente di un dramma che coinvolge e interessa ciascuno di noi, un dramma che affligge attualmente 120 paesi in tutto il mondo, provocando traumi collettivi e devastazioni che fanno del pianeta Terra un luogo inospitale.
Da sempre, i linguaggi artistici riflettono la realtà in cui si collocano, ed è per questo che fin dai tempi più antichi anche l’arte ha parlato di guerra. Gres art accoglie infatti un repertorio di opere che spaziano dall’epoca moderna, come Gran battaglia di Jacopo Ripanda, fino al conflitto ucraino e israelo-palestinese nel 2025. Ogni autore ha partecipato alla narrazione visiva attraverso media differenti, muovendosi tra scultura e installazione, fotografia e videogiochi. Si crea così un racconto corale polimorfo, dove la diversità di strumenti converge verso un obiettivo comune: il racconto della guerra dal proprio punto di vista. É in questa prospettiva che nascono le combustioni di Alberto Burri, di cui De bello offre un esempio, i lavori con il feltro e il burro di Jospeh Beuys, le videoinstallazioni di Marina Abramovich e le stoffe dipinte di Masha Shubina. Ogni artista collabora così a creare un mosaico di testimonianze, definendo un racconto totalizzante della guerra e mettendo in risalto gli aspetti che spesso rimangono non detti.
2050+ propone un allestimento scenografico e immersivo. Una serie di muri di mattoni prefabbricati svolge una duplice valenza: da un lato evocano pareti domestiche che si sgretolano, dall’altro richiamano barriere che limitano lo sguardo, dividono e chiudono; tuttavia, non arrivando fino al soffitto dell’edificio, lasciano filtrare un bagliore di speranza: la possibilità di vivere, un giorno, in un mondo in cui i muri siano solo un sostegno e non un confine.
Come afferma Ippolito Pestellini Laparelli di 2050+: “De bello attraversa il tempo, le geografie e le generazioni, per raccontare – seppur in modo parziale – un fenomeno universale, atroce e complesso. […] Lontano dalle immagini da cui siamo solitamente bombardati quotidianamente in questo momento storico, De bello cerca di aprire prospettive e riflessioni critiche su aspetti invisibili e solo apparentemente secondari, dando misura dell’impatto profondo e permanente delle guerre, dall’intimità dell’animo umano al pianeta intero”.
De bello. Notes on war and peace
A cura di gres art 671 (Francesca Acquati) e 2050+ (Ippolito Pestellini Laparelli, Erica Petrillo)
16 aprile 2025 – 12 ottobre 2025
Gres art 671, Via S. Bernardino, Bergamo
www.gresart671.org
@gres_art_671
Immagine di copertina: De bello. Notes on war and peace, installation view, Gres art 671, Bergamo, 2025 – Courtesy Gres art 671 e adicorbetta, ph Diego De Pol
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