Sarà visitabile fino al 2 novembre 2025 Soft you, prima mostra istituzionale a Roma dell’artista britannica Anthea Hamilton, presentata dalla Fondazione Memmo e curata da Alessio Antoniolli.
Il progetto si articola come un racconto immersivo e stratificato, dove installazioni, sculture, performance, elementi decorativi e collaborazioni artigianali costituiscono un linguaggio visivo in cui tempo, identità e simboli si dissolvono in nuove narrazioni.
Attraverso una ricerca artistica che si muove tra media differenti, Hamilton affronta temi come la percezione del corpo, le norme di genere e le identità collettive, intrecciando riferimenti culturali e codici archetipici. Soft you si propone come un tentativo di rileggere il mondo contemporaneo, decostruendo il punto di vista dominante. Si definisce in tal modo un laboratorio di idee in costante mutamento, dove l’arte pratica e diretta dell’artista incontra la precarietà dei canoni sociali.
A dare il titolo alla mostra sono le ultime parole di Otello nell’omonima tragedia di Shakespeare: “Soft you, a word or two before you go”. Dopo la performance Othello: A play, realizzata nel 2024 con Delphine Gaborit per il centro De Singel di Anversa, Anthea Hamilton riprende l’esperienza e la traduce in narrazione espositiva, elevando il protagonista Otello a figura catalizzatrice di simboli, emblema della crisi e della complessità dell’identità.
Oltre alla presenza centrale del drammaturgo inglese, la mostra segue un doppio asse concettuale: Roma – città stratificata, simbolica, sedimentata – e la pratica dell’artista, che qui compie un ritorno al “grado zero”. Hamilton riparte da forme già note al pubblico, come il leitmotiv delle legs, le gambe, per elaborare un nuovo vocabolario visivo. Esposte come fregi, sculture o elementi decorativi, le gambe si trasformano in sintassi corporea, evocando la numerazione romana e diventando opera ambientale site specific. Soft You dimostra così di saper modellare lo spazio in cui si inserisce, proponendo un percorso privo di confini netti, dove lo spettatore è chiamato a muoversi liberamente. Ne emerge un viaggio che riflette sull’ambiguità dei segni e sulla mutabilità dell’identità, in un contesto che mescola riferimenti a design, moda e architettura.
Significativa a tal proposito è la collaborazione con Alice Rivalta per un mosaico realizzato con la tecnica giapponese Rankaku, che impiega gusci d’uovo di quaglia per creare una decorazione a intarsio. Applicata a uno scrittoio legato con corda shibari e progettato con Pietroarco Franchetti, l’opera fonde fragilità e tensione, decorazione e contenimento. Risultato di un lungo processo di elaborazione dell’idea e costruzione concreta, lo scrittoio diventa metafora di legami tanto fisici quanto culturali.

La mostra include inoltre paraventi in metallo specchiante, strutture che filtrano lo sguardo e moltiplicano la percezione; le superfici riflettenti diventano soglie tra interno ed esterno, tra chi guarda e chi è guardato. Completano il percorso fotografie collegate a Othello: A play, una collaborazione con Ezra-Lloyd Jackson, direttore creativo del marchio Deya e una serie di sculture in tessuto.
In Soft you, l’ibridazione è fondamentale e costante; tecniche artigianali e citazioni storiche si fondono con materiali contemporanei, in una dinamica che sfugge all’omologazione e cerca nuovi codici espressivi. Shakespeare, Roma, estetica queer, design giapponese: i riferimenti si sovrappongono, generando un ambiente da abitare, in cui convivono metamorfosi, rovesciamenti concettuali e desiderio carnale.
Roma, con la sua archeologia onnipresente e le sue storie mitiche, non è solo sfondo ma presenza, nonché punto d’arrivo importante per la carriera dell’artista. I suoi simboli – colonne, numeri, fregi – sono riscritti in chiave postmoderna: Hamilton propone l’immagine di una città monumentale e intima al tempo stesso.
Anthea Hamilton e Alessio Antoniolli, con l’assistenza di Angelica Gatto, creano così a Fondazione Memmo un momento di sospensione e rallentamento necessario, un luogo dove interfacciarsi con ideali non convenzionali e culture altre; un’esperienza che invita alla presenza, all’ascolto e al dialogo con l’ambiente nel quale prende vita.
Anthea Hamilton
Soft you
A cura di Alessio Antoniolli
8 maggio 2025 – 2 novembre 2025
Fondazione Memmo, Via Fontanella Borghese 56/b, Roma
www.fondazionememmo.it
@fondazionememmo
Immagine di copertina: Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli
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