Sul crocevia millenario della Via della Seta, dove carovane di mercanti tracciavano rotte attraverso deserti e montagne, ventisette artisti contemporanei ridisegnano oggi una nuova mappa dell’identità centroasiatica. La Fondazione Elpis di Milano diventa teatro di questa esplorazione culturale che unisce quattro nazioni – Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan – in un dialogo artistico senza precedenti.
L’esposizione, che si sviluppa attraverso tre piani dell’edificio milanese, intreccia memorie ancestrali e visioni contemporanee. Le cupole turchesi delle antiche madrase si riflettono nelle videoinstallazioni digitali, mentre i motivi tradizionali dei tappeti si trasformano in pattern di arte contemporanea. Ogni opera diventa un tassello di un mosaico più ampio che racconta l’evoluzione di un’identità culturale in costante metamorfosi.
Il percorso espositivo si snoda attraverso opere che sfidano le convenzioni dello spazio e del tempo. Ulan Djaparov e Temur Shardemetov presentano figure umane che si dissolvono nel paesaggio delle steppe, creando una simbiosi visiva tra corpo e natura. Le performances di Sonata Raiymkulova e Bakhyt Bubikanova esplorano dimensioni ultraterrene, dove il sacro e il quotidiano si fondono in rituali contemporanei.
La tradizione tessile, elemento fondante dell’identità centroasiatica, viene reinterpretata nelle opere di Gulnur Mukazhanova e Anna Ivanova. Le artiste trasformano antiche tecniche di tessitura in narrazioni contemporanee, dove ogni filo racconta storie di appartenenza e trasformazione. Vyacheslav Akhunov ed Ester Sheynfeld, invece, indagano la memoria collettiva attraverso installazioni che giocano con la percezione del tempo e dello spazio.
Il tema della migrazione, centrale nell’identità di questi popoli nomadi, emerge con particolare forza nelle opere di Chyngyz Aidarov e Alexey Rumyantsev. Le loro creazioni catturano il senso di sradicamento e appartenenza multipla che caratterizza la contemporaneità centroasiatica. Jazgul Madazimova traduce in poesia visiva il vuoto della separazione, mentre Saodat Ismailova e Azadbek Bekchanov rileggono archivi storici dell’Uzbekistan con uno sguardo contemporaneo.
La quotidianità post-sovietica trova una voce ironica nelle opere di Marat Rayimkulov, che trasforma situazioni ordinarie in allegorie del cambiamento sociale. Le sue opere rivelano le contraddizioni di società in bilico tra tradizione millenaria e modernità globalizzata.
“YOU ARE HERE. Central Asia”, curata da Dilda Ramazan e Aida Sulova, va oltre il semplice significato geografico del suo titolo. L’indicazione “You Are Here”, familiare a chiunque abbia consultato una mappa, diventa metafora di un posizionamento non solo fisico ma anche spirituale e culturale. Gli artisti sono stati invitati a superare i confini della cartografia tradizionale per esplorare territori emotivi, ricordi personali e visioni future.
Questa mostra rappresenta un momento cruciale nel dialogo tra Oriente e Occidente. In un’epoca di crescenti tensioni geopolitiche, l’arte si rivela ancora una volta come ponte tra culture, capace di trascendere barriere linguistiche e politiche. Attraverso le opere esposte, emerge il ritratto di una regione che non è solo crocevia geografico ma anche laboratorio di identità contemporanee, dove passato e futuro, tradizione e innovazione si fondono in un dialogo continuo e vitale.
YOU ARE HERE. Central Asia
A cura di Dilda Ramazan e Aida Sulova
24 ottobre 2024 – 13 aprile 2025
Fondazione Elpis, Via Lamarmora 26 – Milano
www.fondazioneelpis.org
@fondazioneelpis
Immagine di copertina: Anna Ivanova, New Patterns for Suzani: Tree Stumps,2024, arazzo, courtesy l’artista
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