Nel cuore del Salento, tra cave dismesse, castelli e cinema-laboratori, prende forma un nuovo spazio critico dedicato alle immagini in movimento. Si chiama KRÍTAMO, come la pianta costiera capace di sopravvivere tra vento, salsedine e roccia.
Ed è proprio da questa resistenza naturale che il festival trae il proprio orientamento curatoriale: un’indagine visuale e concettuale sulla crisi ecologica, i paesaggi sommersi e le forme di sfruttamento che modellano il nostro tempo.
A curare il progetto è Vincenzo Estremo, teorico del cinema e docente, che articola la programmazione in tre giornate e tre parole chiave: estrattivismo, natura normativa, accumulazione. Insieme formano un piccolo atlante della catastrofe, ma anche un lessico per immaginare vie d’uscita. Il cinema, qui, non è solo visione: è strumento di interrogazione, campo di resistenza, archivio di possibilità.
Il percorso si apre nel giardino di Palazzo De Donno a Cursi, con film che raccontano il lato oscuro dell’estrazione: dalle miniere invisibili del digitale alle fratture materiali del Capitalocene. La storica pellicola Dalla mattina finché a sera (1976) di Giuliano Capani, prestata dalla Fondazione AAMOD, dialoga con opere recenti come Aaaaaaa di Valentina Furian e Guarda attentamente le montagne di Ana Vaz: sguardi diversi, ma uniti da una critica feroce all’ideologia del profitto.
La seconda giornata sposta l’attenzione sul Castello di Corigliano d’Otranto, dove prende forma il concetto di “natura normativa”: un’indagine su come i paesaggi vengano costruiti e codificati da retoriche dominanti. Qui il paesaggio smette di essere un fondale e si fa campo di potere, oggetto di regolazione, superficie ideologica. Le opere selezionate – tra cui il poetico 4 Waters: Deep Implicancy di Arjuna Neuman e Denise Ferreira da Silva – mettono in crisi il confine tra umano e non umano, visibile e rimosso.
La rassegna si chiude negli spazi del CineLab “Giuseppe Bertolucci” a Lecce con il tema dell’accumulazione. I film in programma raccontano un mondo che ha trasformato ogni superficie, ogni tempo, ogni corpo in materia da sfruttare e archiviare. In Alternative Economies di Rehana Zaman, La vera Chernobyl di Jacopo Rinaldi e Una proposta di progetto in Scope di Viktoria Schmid si avverte l’urgenza di uscire da un paradigma lineare e progressivo, per immaginare una temporalità post-capitalista.
KRÍTAMO non si limita alla proiezione. Intorno ai film si sviluppano conversazioni, lezioni e incontri con artisti, curatori, studiosi: tra questi Caterina Riva, Francesco De Salve, Luigi De Luca, Fabio De Chirico. L’intento è costruire una comunità temporanea del pensiero visivo, in cui il dialogo tra arte, ecologia e territorio si traduce in pratiche condivise.
Il festival rappresenta anche l’avvio di un premio di sostegno alla produzione video per artistə italianə: una residenza e un riconoscimento che, fin dalla prima edizione, si propone di incentivare nuove forme di ricerca e sperimentazione. Una chiamata alla riflessione, ma anche all’azione, nel segno di un’immagine che non si limita a rappresentare, ma che agisce sul mondo.
KRÍTAMO
a cura di Vincenzo Estremo
dal 20 al 22 Luglio 2025
Cursi – Corigliano d’Otranto – Lecce
www.giardinoproject.com
@krtm_festival
Immagine di copertina: Arjuna Neuman e Denise Ferreira da Silva, 4 Waters: Deep Implicancy, 2018 – 30 minuti – Courtesy e © l’artista
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