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Pietro Quattriglia Venneri

Un progetto di rifondazione politica è alla base del mito del Rinascimento. Il recupero dei canoni classici, arte di governo nella Firenze medicea

Per molti la Dieta di Cremona potrebbe essere l’ultima grande invenzione delle discipline nutrizionistiche in materia di dimagrimento per presentarsi in ottima forma alla prossima prova costume.

Al contrario, con ampia delusione per coloro i quali si aspettavano già il decalogo perfetto “per belli apparir”, questa famosa Dieta è in realtà uno degli eventi storici più interessanti dell’intero XV secolo in Italia.

Nel 1483 la città lombarda ospita quello che oggi sarebbe definito come un vero e proprio G7, i potenti dello stivale tutti riuniti per decidere circa il possesso di Ferrara. C’erano veramente tutti i più influenti personaggi dell’epoca, dal Duca di Milano al re di Napoli passando per il marchese di Mantova ed includendo i duchi di di Urbino, ma a noi interessa in particolar modo uno degli invitatati al meeting e precisamente Lorenzo de Medici conosciuto anche come Lorenzo il Magnifico.

La storia appena raccontata identifica uno dei momenti salienti della vita di Lorenzo il Magnifico e fa parte del ciclo che lo celebra all’interno di Palazzo Vecchio a Firenze.

In questo “tempio” della signoria fiorentina troviamo un’intera sala dedicata a Lorenzo il Magnifico chiamata appunto con il suo nome e che tra il 1556 ed il 1558 viene decorata con le “Storie” della sua vita da Giorgio Vasari e Marco da Faenza: dall’affresco che lo rappresenta mentre viene omaggiato da ambasciatori di diversi paesi, fino alla lunetta che celebra la presa di Sarzana, questo racconto pittorico svela quanto profondo fosse il rapporto tra Lorenzo il Magnifico e le arti.

Un legame indissolubile che è alle fondamenta della sua creatura politica, da molti storici definita una criptosignoria (definizione che mi trova decisamente in accordo) e che Lorenzo il Magnifico fu capace di far passare come una delle più fulgide repubbliche della storia.

 

Lorenzo il Magnifico
Giorgio Vasari e Marco da Faenza, Lorenzo il Magnifico riceve l’omaggio degli ambasciatori, 1556-1558, Palazzo Vecchio, Firenze.

 

 

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