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Paolo Sciortino

Una personale di Carla Mura, alla galleria Vik Milano, in pieno Ottagono, galleria Vittorio Emanuele a Milano, è stata prorogata per tutto il mese di aprile, con il titolo: Private woman, in occasione del Woman’s international film festival.

L’esposizione dell’artista fa il punto sullo sviluppo della sua ricerca attorno al mondo femminile (ma non solo), raccontato attraverso le trame ordite della tessitura d’arte, in reticolati di fili in tessuto multicolor o a effetto monocromo. In esposizione la nuova serie delle Pussy, rappresentazione delicata del sesso femminile su telaio.

Mura opera disinvoltamente e con prezioso garbo tecnico tra astrazione e figurazione, e come spiega lei, anche “tra bassorilievo e tridimensione”. Alla poetica del filo, dopo la lunga prassi con la pittura che comunque era stata sempre contaminata dalla commistione con altre materie, oltre al puro pigmento, è giunta maturando quello che lei chiama, in un colloquio con Alessandra Redaelli pubblicato da Artuu: “il secondo capitolo della mia espressione artistica, un colpo di fulmine a Roma, quando ancora non ci vivevo, in un mercato d’antiquariato sotto Ponte Milvio. Fu lì che comprai una rocca di filo da 500 grammi e ne fui entusiasta: mi diede la sensazione di poter fare tantissimo e questa sua leggerezza, quasi impalpabilità, mi fece e mi fa pensare a qualcosa di eterno, che non finisce mai”.

Naturalmente, nel duraturo e ormai stabile gioco creativo che alterna polarità differenti, la Mura stabilisce con la levità dell’ispirazione una relazione di equilibrio con la forza materiale dell’espressione.

Attenzione però a non confondere l’artista con una delle molte esponenti della cosiddetta fiber art, poiché a lei l’etichetta non piace, non si attaglia, per dirla alla maniera tecnica dei professionisti della tessitura. Ed è appunto qui che si sbroglia la matassa: Carla Mura non confeziona tessiture, ma “dipinge” con i fili di tessuto, pur ritenendo (o forse proprio perché ritiene) che la pittura appartenga ad altre epoche. “Il filo invece – continua Mura nel dialogo – è un moto a luogo, è un andare avanti senza porsi limiti, è un camminare nella stessa strada per ore, fermandosi o proseguendo il cammino, è espressione tattile continua, è pazienza ma anche dinamismo, è costanza e riflessione”.

 

Carla Mura
Private Woman
Dal 14 marzo, prorogata fino a file aprile 2024
Galleria Vik Milano in via Pellico 8, Milano

www.galleriavikmilano.com
@galleriavikmilano

 

Immagine di copertina: Carla Mura, ph Chiara G. Leone – Courtesy l’artista

 

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