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Carlo Levi – la riscoperta di un artista completo

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C’è qualcosa di meravigliosamente inafferrabile nella figura di Carlo Levi. Difficile immaginare personaggio più poliedrico e anticonformista.

Nato a Torino nel 1902 e sepolto ad Aliano, in Basilicata, dove a metà degli anni Trenta fu condannato al confino dal regime fascista – e dove volle essere tumulato per mantenere la promessa di tornare che aveva fatto agli abitanti lasciando il paese –, Carlo Levi è, per il grande pubblico, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli. Un classico della letteratura del Novecento, importantissimo dal punto di vista letterario ma soprattutto civile, che tutti noi abbiamo studiato sui banchi di scuola.

Nel romanzo, frutto dell’esperienza di esilio, Levi denuncia le condizioni di vita disumane dei contadini del Mezzogiorno, una popolazione dimenticata dalle istituzioni dello Stato, alle quali “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta”. La risonanza che ha avuto il libro, scritto durante la guerra e uscito nel 1945, è stata tale da mettere in ombra le numerose attività e qualità di Carlo Levi.

 

Carlo Levi
Carlo Levi, I fratelli (dal ciclo “Cristo si è fermato a Eboli”), 1953, olio su tela, cm. 92×72,5. Courtesy GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino.

 

Ma oltre al romanzo c’è tanto altro: Carlo Levi è stato poeta, attivo antifascista, medico senza mai esercitare, insigne meridionalista, nonché per due legislature Senatore della Repubblica. Ma soprattutto fu pittore; anzi, potremmo addirittura affermare che, nonostante fosse un intellettuale a tutto tondo, la pittura fu il “primo mestiere” di Carlo Levi.

In occasione dei 120 anni dalla nascita, la sua città natale, Torino, gli dedica la rassegna “Tutta la vita è lontano”: un progetto integrato e multidisciplinare, specchio della straordinaria versatilità di Carlo Levi.

Dal 10 febbraio all’8 maggio mostre, dibattiti e approfondimenti dedicati alle sue opere e al suo impegno politico e civile, danno vita a un programma eclettico che trova spazio nei principali luoghi della cultura torinesi: la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, la Fondazione Circolo dei lettori, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e il Museo Nazionale del Cinema.

In particolare, la GAM dedica all’artista la mostra “Carlo Levi. Viaggio in Italia. Luoghi e volti”. Un’esposizione che potremmo definire un ritorno a casa per il Levi artista, che è stato uno dei Sei di Torino, il movimento pittorico che si formò alla scuola privata di Felice Casorati.

Il percorso della mostra, curato da Elena Lowenthal e Luca Beatrice, consente di cogliere la peculiarità dell’opera di Carlo Levi, che si allontanò dai principali movimenti del suo periodo, per rivendicare da subito una marcata indipendenza artistica.

Infatti, mentre la maggior parte degli artisti italiani si allineava all’astrattismo, lui continuò, audace e serafico allo stesso tempo, a dipingere ritratti, contadini lucani, nature, paesaggi. Un lungo viaggio, autentico, singolare e fatto di pastose pennellate, che percorse fino alla fine dei suoi giorni. Notevoli i dipinti esposti che si possono ammirare negli spazi della Wunderkammer della GAM: una trentina in tutto, realizzati da Carlo Levi tra il 1923 e il 1973. Alcuni lavori provengono dalla Fondazione Carlo Levi di Roma, altri sono stati attinti dal patrimonio della GAM – giunti al museo tramite importanti acquisizioni istituzionali –, altri ancora dalla Pinacoteca Carlo Levi di Aliano e da collezioni private.

La scelta dei due curatori si concentra sui diversi sviluppi stilistici della sua ricerca, una pittura “oggettiva” che dall’espressionismo si congiunge, nel secondo dopoguerra, a un moderno realismo: un percorso comunque sempre contraddistinto dalla poesia e dall’eleganza del segno e del colore.

Tra le opere in mostra troviamo importanti ritratti, come Edoardo Persico che legge del 1928, che testimonia la lunga amicizia tra Levi e il critico d’arte napoletano, molto vicino ai pittori che formarono il gruppo dei Sei di Torino. Di grande rilievo anche l’autoritratto Il letto (A letto) e l’opera I fratelli (dal ciclo “Cristo si è fermato a Eboli”), entrambi scelti alla Biennale di Venezia rispettivamente del 1930 e del 1954.

In esposizione, inoltre, una serie di preziosi paesaggi naturali e vedute urbane, l’altro tema costante – oltre ai ritratti – nella produzione figurativa di Levi. Luoghi del cuore per Carlo Levi, che ne delineano anche il percorso biografico ed esistenziale; ne sono un esempio La casa Bombardata del 1942, Tetti di Roma del 1951, o ancora Lungomare realizzato ad Alassio nel 1928.

Più che una mostra, un viaggio lungo cinquant’anni nel Novecento italiano, tra fascismo, dopoguerra e neorealismo: passaggi cruciali della nostra storia, nei quali spicca tutta la sensibilità artistica di Levi, in cui pittura e impegno socio-politico sono sempre stati fortemente interconnessi.

Oltre alla mostra di pittura alla GAM, il Circolo dei Lettori di Torino ospita un’esposizione di fotografie che Mario Carbone scattò nel 1960 per documentare il viaggio istituzionale che Carlo Levi fece in Basilicata, in occasione delle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia. Gli scatti costituiscono anche un importante racconto per immagini del Sud Italia di quegli anni.

Inoltre, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la rassegna dedicata a Carlo Levi prosegue con la proiezione di diverse pellicole che ripercorrono il rapporto di Levi con il cinema. Levi fu infatti sceneggiatore di Il grido della terra di Duilio Coletti nel 1949, disegnatore e costumista nel perduto Pietro Micca e in Patatrac; infine, dal romanzo più celebre Cristo si è fermato a Eboli, venne tratto il film diretto da Francesco Rosi.

Se al Sud, e in particolare nella sua Lucania, Carlo Levi è considerato da sempre testimone d’eccellenza della vita culturale di buona parte del Novecento italiano, dall’altra parte della nostra penisola negli ultimi anni è stato spesso ignorato. Per questo motivo, la rassegna torinese vuole restituire al presente la straordinaria figura di Levi in tutta la sua complessità: artista e intellettuale appassionato della vita in tutte le sue sfaccettature, dotato di una curiosità che non si spense mai, neanche nei momenti più difficili e oscuri. Tanti sono gli specchi su cui si rifletteva la personalità di Carlo Levi, capace di sfuggire a ogni definizione univoca, ma rimanendo sempre un’attuale e inesauribile fonte di ispirazione.

 

 

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