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Il vero artigianato italiano: un bene da proteggere

Badura By Aleksandra Badura - Courtesy l'artista
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I consumatori di molti segmenti produttivi di artigianato d’alta gamma sono ormai disillusi. Scoprire che l’oggetto tanto desiderato, venduto come prodotto artigianale ‘Made in Italy’, è in realtà prodotto con materiali di bassa qualità e in fabbriche che non rispettano l’uomo, è di fatto una pillola amara da digerire. I brand internazionali, da tempo, sembrano concentrarsi su business plan e strategie di marketing finalizzate alla moltiplicazione, perdendo però di vista l’aspetto più importante di ogni creazione: la sua artigianalità.
Ma chi è quindi un artigiano? Le origini etimologiche vengono in nostro soccorso: dal latino ‘artifex’ e cioè ‘artefice’ o ‘creatore d’arte’. Questo termine, composto dalle due parti: ‘Ars’, ‘arte/abilità’ e ‘facere’ che significa appunto ‘creare’ ci dimostrano come il manufatto artigianale e quindi fatto a mano da un essere umano, debba considerarsi una piccola opera arte a tutti gli effetti.
Gli artigiani di fatto, custodiscono professioni antiche, ma che oggi rappresentano il nostro futuro senza il quale il ‘Made in Italy’ artistico non esisterebbe.
Più che delocalizzare si dovrebbe ricentrare. Costa di più, è vero ma dura nel tempo, lasciando intatta la sua bellezza.
Ed è su questa categoria di uomini e donne speciali che vogliamo soffermarci attraverso le storie di chi, con le proprie mani, crea dei veri e propri capolavori.
Tre storie straordinarie fatte di passione, creatività ed instancabili gesti.

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Badura By Aleksandra Badura, the Iconic Lady Like bag – Courtesy l’Artista

ALEKSANDRA BADURA

Quando pensi agli anni più belli della moda, la prima cosa che ti viene in mente sono gli atelier, i laboratori di Alta sartoria e Pelletteria. Si pensi a Ferragamo, alle Sorelle Fontana, alla ‘sarta’ Biki che creava gli abiti più chic della grande Callas. Una volta, prima delle boutique, c’erano i salotti, dove si andava per incontrarsi e dove gli artigiani, creavano a mano veri gioielli in pelle o stoffa preziosa. Si comprava per durare nel tempo, si toccava con mano, si celebrava l’artigianalità.
Negli ultimi decenni, un certo tipo di ‘moda’ ci ha fatto credere di dover cambiare armadio ogni stagione, e anziché riempire i nostri spazi con pezzi di alta qualità, probabilmente, li abbiamo riempiti di stracci.
La storia di BADURA è una grande storia d’amore per Roma e in particolare, per il Made in Italy.

2 Badura_By_Aleksandra_Badura_ADV_Campaign_Etoile_Mini_Evening_Bag
Badura By Aleksandra Badura, Campaign Etoile Mini Evening Bag – Courtesy l’artista

Da diciassette anni, infatti, Aleksandra Badura crea borse che sono poesie di pelle e soprattutto, lo fa attraverso le mani dei suoi artigiani romani, che con più di 40 anni d’esperienza, trasformano i suoi pensieri in visioni morbide come il burro.
Aleksandra Badura non ama parlare di ‘brand’ ma ama definire il suo marchio un laboratorio artistico di Alta Pelletteria, dove la mano artigiana è la vera protagonista.
Nel cuore di Prati, in un villino liberty sito al 15 A di via Luigi Settembrini, un salotto unico accoglie le donne di tutto il mondo, attraverso una selezione di borse senza tempo, create con pellami preziosi dalla qualità eccelsa, e da mani ancor più rare.


PLATIMIRO FIORENZA

Tiara in oro, brillanti, corallo e perline orientali photo by Stanislao Savalli
Platimiro Fiorenza, Tiara in oro, brillanti, corallo e perline orientali – Courtesy l’artista, ph. by Stanislao Savalli

Incontriamo Platimiro Fiorenza nel suo laboratorio di Via Osorio 36 a Trapani, accolti dalla figlia, Rosadea, che con grinta porta avanti la tradizione di famiglia, iniziata già nel 1921.

Nato a Trapani nel 1944, Platimiro Fiorenza cresce e si forma nella bottega del padre già dall’età di 7 anni. Il giovanissimo artigiano cresce affascinato da questo minerale, imparando le più raffinate tecniche di lavorazione del 600’ trapanese, tra cui quella del retro-incastro, una tecnica finissima dove piccoli elementi di corallo vengono inseriti nel rame e fissati come su un ricamo di tela.
Nel corso della sua vita, oltre a creare instancabilmente, partecipa a svariati concorsi e mostre in Italia, Regno Unito, Germania e America e viene citato di frequente nei saggi sulle arti decorative come uno degli ultimi corallai viventi.
Oggetti religiosi, tiare, pendenti e spille in corallo, avorio, oro e diamanti.
Platimiro ha una fantasia proporzionale solo all’incontenibile maestria che risiede nelle sue mani.
I suoi gioielli artigianali lo fanno notare a una cerchia di committenti importanti, tra cui Arcivescovi membri dell’Alto clero ed esponenti dell’alta società Italiana che iniziano a commissionargli oggetti unici, alcuni dei quali oggi in mostra in selezionati musei, tra cui anche i Musei Vaticani.

Scrigno in argento, corallo e smalti, 24x8x13 cm. foto di Stanislao Savalli jpg
Platimiro Fiorenza, Scrigno in argento, corallo e smalti – Courtesy l’artista, ph. by Stanislao Savalli

Tra i suoi capolavori, spiccano i presepi, realizzati interamente in corallo, di cui il maestro, durante la nostra visita, ci parla attentamente, spiegandoci il significato di ogni figura e del perché venisse rappresentata secondo una certa iconografia.
Nel 2013, riceve uno dei riconoscimenti più importanti della sua carriera: l’UNESCO lo include nel ‘Register of Intangible Heritage of Sicily’, all’interno del libro ‘Book of Living Human treasures’.
Nel 2021, la stessa maison di moda FENDI, gli commissiona una baguette interamente in corallo proprio con la tecnica del retro-incastro di cui il maestro è uno dei pochissimi esperti e conoscitori.
Ad oggi Fiorenza è uno dei pochissimi corallai rimasti al mondo. Che patrimonio immenso ha l’Italia attraverso gli esseri creativi che sanno plasmare l’arte?


MARCO FERRIGNO

© Marco Ferrigno
© Marco Ferrigno

Al N8 di Via San Gregorio Armeno, dal 1836 si crea con le mani, rendendo l’arte del presepe napoletano, un patrimonio conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Carmine, Salvatore, poi Giuseppe ed oggi Marco Ferrigno.
Quattro generazioni di uomini che hanno tramandato, di padre in figlio, una storia fatta di passione e amore per la propria città.
Ispirandosi all’antica arte dei maestri del 700’, ogni creazione presepiale di questa bottega è pura arte; dietro ogni statuina, infiniti dettagli creati interamente a mano. Dalla modellazione in terracotta all’applicazione degli arti in legno, gli occhi di cristallo, fino agli abiti cuciti con le pregiate sete di San Leucio; ogni cosa segue la mano dell’artigiano che la compone. Ma il presepe di San Gregorio Armeno è molto di più: ‘E’ pura cultura Napoletana’. Ce lo racconta il figlio di Marco Ferrigno, Giuseppe, che ha portato l’arte del padre sul web e i social media, svelando ogni giorno aneddoti sui significati dei personaggi del presepe e raccontando, storie fatte di miti e tradizioni popolari d’Italia.
Sono le opere d’arte a ricordarci che la Bellezza esiste e quando non è la natura a donarcela,
è il lavoro dell’uomo.

© Marco Ferrigno
© Marco Ferrigno


@badura_by_aleksandra_badura
@bottegaferrigno
@rosadea_fiorenza_rossocorallo


Immagine di copertina: Badura By Aleksandra Badura – Courtesy l’artista


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