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Redazione

Nove mesi prima della riapertura del caso il progetto di installazione dell’artista.

Nella notte fra il 27 e il 28 febbraio due sculture a grandezza naturale di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono apparse nel centro della piazza del mercato di Erba, a breve distanza dal luogo della nota tragedia.

L’opera The Lovers di Nicolò Tomaini, che ripropone la celebre performance Rest energy realizzata nel 1980 da Marina Abramović e Ulay, scuote i cittadini per attrarre la loro attenzione sul concetto di verità in una società contemporanea ormai dominata dal paradigma dello spettacolo.

Se il critico torinese Filippo Mollea Ceirano, grazie a un volantino diffuso per tutta la città, identifica la chiave tematica dell’operazione dichiarando che <<Quello che invece interessa è come nella società contemporanea si possa costruire una verità ufficiale, che poi all’occorrenza si può anche decostruire con gli stessi identici strumenti, per rifarla ancora e disfarla, tutte le volte che si vuole>>, è l’artista stesso, contattato dalla nostra redazione, a raccontarci che la lavorazione delle sculture era iniziata nove mesi fa, ben prima che fosse diffusa la notizia di una possibile riapertura del caso dei coniugi di Erba.

Pensata come installazione site specific, l’opera è un attacco alla spettacolarizzazione mediatica della nostra società proprio nel luogo in cui spesso sostavano gli organi di stampa prima di raggiungere la vicinissima scena del crimine.

Se, come afferma Tomaini, l’opera raccoglie una sintesi di tutta la sua ricerca artistica, esplodendola nella nuova dimensione scultorea, l’esigenza di offrirla al pubblico prima del massiccio riaccendersi dell’attenzione sulle vicende di Rosa e Olindo evidenzia, come confermato dall’artista, la volontà di proporre un attacco alle modalità di comunicazione di media e giornali estraendo l’opera dalla contingenza per renderla simbolo universale.

www.nicolotomaini.it

@nicolotomaini

Immagine di copertina: Nicolò Tomaini, The Lovers, 2024 – Courtesy l’artista

 

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