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Pop/Beat italiano a Vicenza, prorogata a fine luglio la mostra alla Basilica Palladiana

POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 - Courtesuy Roberto Floreani3
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Un grande interesse e un sorprendente successo per la mostra curata dall’artista e critico d’arte Roberto Floreani: si protrae fino al 28 luglio la bella e completa esposizione sul progetto Pop/Beat-Italia 1960-1979. Liberi di sognare.

Parla il curatore: “Il Novecento è cominciato con le intuizioni di artisti teorici, indicatori di una via”. Questa mostra restituisce l’esito di quella rotta.

Credo sia importante ricordare di come il Novecento sia stato segnato dalle intuizioni di artisti-teorici che hanno indicato la via: Umberto Boccioni con i suoi Manifesti futuristi su pittura, scultura e architettura, nonché il saggio Pittura e scultura futuriste (1910-’14), arricchiti dal testo sull’Arte Polimaterica (verso un’arte collettiva?) di Enrico Prampolini (1944) che aprirà la strada alla stagione dell’Arte Povera; Lucio Fontana sui vari aspetti dello Spazialismo con altrettanti Manifesti (1951-’58) e Piero Manzoni con i suoi due numeri della rivista Azimuth (1959-‘60). Ricordando anche la componente teorica degli astrattisti italiani degli anni ’30 e ’50, segnata dal saggio Kn dell’astrattista Carlo Belli e dai contributi di Piero Dorazio. La figura dell’artista-teorico è quindi seminale per una lettura corretta del contemporaneo.

Perché liberi di sognare?

Il periodo storico 1960-1979 attraversa una stagione decisiva per l’Italia: il 1960 è l’anno del film La dolce vita di Fellini, periodo del boom economico, dell’uscita dall’incubo della guerra, della fame, delle città ridotte a cumuli di macerie. Una leggerezza che si intuisce dalla centralità riservata all’immagine nelle opere, dalla necessità di un racconto diretto, leggibile con immediatezza, vivo, colorato, suggestivo, di grande libertà nell’uso dei materiali più diversi, dominati da una prorompente libertà creativa. A tale proposito, il gallerista Plinio De Martiis, mentore di buona parte degli artisti pop presenti in mostra, dichiarerà: La Pop me la ricordo allegra.

POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 - Courtesuy Roberto Floreani
POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 – Courtesuy Roberto Floreani

Da Roberto Floreani, artista considerato uno degli astrattisti di riferimento della sua generazione, con la passione per il Futurismo, l’idea di una mostra sulla Beat Generation e la Pop Art italiane. C’è un filo? Come nasce il progetto?

C’è sicuramente una componente autobiografica nella scelta del periodo, per aver attraversato personalmente quegli anni e per aver condiviso quel sentire comune di ottimismo, voglia di fare, ricerca d’indipendenza, di libertà; una motivazione che deriva anche dalla necessità di esaminare quanto mi ha preceduto sul versante artistico. Il celebre artista David Hockney afferma che ogni artista, prima o poi, deve chiedersi che ruolo riveste nella storia dell’arte e penso che conoscere bene il percorso storico-artistico sviluppatosi fino ad oggi possa essere decisivo per una corretta e piena consapevolezza da orientare sulla propria ricerca. I 35 artisti sono stati tutti scelti riportando virgolettato quanto loro stessi raccontavano del loro lavoro: non ho nessuna velleità critica, quanto documentaria sulla ricerca di colleghi che sono stati efficaci testimoni del loro tempo. Umberto Mariani, Fernando De Filippi e Sergio Sarri, presenti in mostra e all’inaugurazione, han dichiarato che si tratta probabilmente della mostra sulla Beat italiana più convincente fatta fino ad oggi nel nostro Paese. Ho selezionato le opere una ad una per la loro qualità e rappresentatività, approfittando della presenza di quelle in mio possesso nelle collezioni di Intesa-Gallerie d’Italia, del Mart di Rovereto, del Mambo di Bologna, che mi hanno messo nelle condizioni di avere un rapporto diretto con le loro collezioni. La produzione del progetto e la grande professionalità di Silvana, mio editore e autentico riferimento in Italia, han fatto il resto, oltre alla fantastica fiducia concessami dal sindaco e dall’amministrazione comunale di Vicenza e la perfetta sintonia con l’assessore alla cultura.

Che cosa si ammira in mostra?

Cento opere di trentacinque artisti: Schifano, Ceroli, Adami, Del Pezzo, Baj, Rotella, Pascali, Marotta, Gilardi e molti altri: cubi giganti, giraffe alte due metri, segnali stradali immaginari, tappeti-natura: una mostra immediata, popolare, adatta per tutte le età che stimola l’immaginario in un clima rasserenante, accompagnati dalla musica di quegli anni, Caterina Caselli, i Rokes, i Corvi, Lucio Battisti, i Camaleonti, che andrà in loop negli spazi indimenticabili della Basilica Palladiana, dichiarata dall’Unesco Bene dell’Umanità.

POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 - Courtesuy Roberto Floreani1
POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 – Courtesuy Roberto Floreani

Una mostra spettacolare, è certo, ma quali sono le novità esclusive?

Quanto alla Pop italiana si ribadisce, documentandolo, la sua indipendenza tematica da quella americana, la sua grande versatilità espressiva nelle 100 opere dei 35 artisti esposti, la possibilità di riferire la sua scaturigine al Futurismo in molti dei suoi protagonisti. Mostra del tutto inedita anche per il racconto del “sentire comune” della Pop in arte e la Beat in letteratura, riscoprendo autori misconosciuti come Gianni Milano e Aldo Piromalli o addirittura sconosciuti come Nat Scammacca (definito dal guru americano Lawrence Ferlinghetti come il migliore poeta beat italiano) e il suo Antigruppo siciliano, che conferisce finalmente identità nazionale alla Beat italiana. Viene quindi ribadita l’indipendenza degli artisti e poeti italiani dal modello americano, fino ad oggi considerato dominante, precisando che gli stessi americani, già nel 1963 ritenevano la ricerca italiana talmente indipendente da potersi chiamare neo-Futurismo.

E l’artista Floreani che cosa ci guadagna da questa esperienza curatoriale?

Rispetto al Liberi di sognare del titolo del progetto, non so se il sogno rappresenti la finalità dominante della mia ricerca: dipingendo vivo un sogno lungo un giorno, ogni giorno. Ma cerco di contrastare anche la deriva materialista dell’affermazione del prezzo sul valore con tutti i mezzi a mia disposizione, ribadendo la mia convinta adesione a quella Storia eroica dell’Astrazione, così definita dal filosofo Jean Baudrillard, che pone la componente spirituale al suo centro come irrinunciabile. Mi adopero poi per rimettere qualche casella storica al suo posto iniziando dal Futurismo, come ricordavo in precedenza, prima Avanguardia storica del Novecento. Non casualmente, anche la Pop italiana avrebbe potuto chiamarsi Neo-Futurismo, infatti, come suggerisce anche Lucio Fontana, con una frase celebre affissa in mostra, continuiamo a dipingere e affiniamo la sensibilità, diffondendola come missione inattuale”.

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POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, exhibition view, Vicenza, 2024 – Courtesuy Roberto Floreani

POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare
a cura di Roberto Floreani
02 Marzo 2024 – 28 Luglio 2024
Vicenza, Basilica Palladiana

www.mostrapopbeat.it
@mostreinbasilica


Immagine di copertina: POP/BEAT – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare, Vicenza, 2024 – Courtesuy Roberto Floreani


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