La diciannovesima edizione del nostro TG dell’arte parte da Brescia, dal racconto della realtà del genio rivoluzionario di di Joel Meyerowitz, per poi spostarci in Fondazione Ferrero, alla scoprta dell’universo “multimediale” di Valerio Berruti. Il nostro viaggio nell’arte termina nelle sale di Fondazione Bonollo, fra le “ombre” di Paul Chan.
1. JOEL MEYEROWITZ. A Sense of Wonder

La mostra, intitolata A Sense of Wonder, riunisce oltre 90 scatti che ripercorrono la carriera del fotografo newyorkese, dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Meyerowitz, pioniere della street photography, è celebre per il suo uso innovativo del colore e per la capacità di catturare l’essenza della vita urbana.
Tra le opere esposte, anche una selezione di autoscatti realizzati durante il lockdown del 2020, mai presentati in Italia.
L’esposizione offre uno sguardo intimo sulla società americana, con immagini che spaziano dalle strade di New York ai paesaggi di Cape Cod.
Meyerowitz riesce a trasformare ogni scatto in una riflessione profonda sull’identità e sul tempo, rendendo la sua fotografia un ponte tra passato e presente.
2. Valerio Berruti tra affreschi, sculture e video-animazioni

L’artista albese esplora il tema dell’infanzia alla Fondazione Ferrero di Alba, un mondo sospeso tra sogno e realtà, attraverso opere che invitano lo spettatore a completare l’immagine con la propria immaginazione.
La mostra, curata da Nicolas Ballario e Arturo Galansino, anticipa alcuni lavori che saranno esposti a Palazzo Reale a Milano.
Berruti, noto per la sua poetica delicata e introspettiva, si ispira anche al paesaggio delle Langhe, ritratto con un tratto distintivo che evoca emozioni profonde.
Tra le opere in mostra ci sono le video-animazioni accompagnate da colonne sonore di artisti come Ludovico Einaudi
3. 3rd Light di Paul Chan alla Fondazione Bonollo

A Thiene, Fondazione Bonollo propone una nuova esposizione per la primavera.
Si tratta di 3rd Light di Paul Chan. Artista, scrittore e attivista americano, presenta un’installazione immersiva che esplora temi sociali e filosofici attraverso video e disegni digitali.
La mostra deve il proprio titolo dall’omonima opera dell’artista, parte della celebre serie The 7 Lights, raramente esposta in Italia, articolata attraverso una serie di proiezioni e di disegni digitali.
La mostra, curata da Chiara Nuzzi, include opere che riflettono su eventi tragici come l’11 settembre e la guerra in Iraq.
Immagine di copertina: Paul Chan, 3rd Light, 2006 (from the 7 Lights, 2005-2007) – Courtesy l’artista e Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo
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