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Francesca Grazioli

Era il 1962 quando Robert Zimmerman rilasciava il suo primo album, contenente il brano “Blowin’ in the wind” destinato a restare per sempre nella storia della musica rock. E lo pubblicava utilizzando un nome d’arte che presto sarebbe diventato quello di una leggenda americana: Bob Dylan.

 

Al MAXXI di Roma il viaggio nell’arte di Bob Dylan

 

Da oltre sessant’anni Bob Dylan suona canzoni per tutti, aprendo la mente e il cuore di intere generazioni e disintegrando limiti e confini, con la grinta raffinata e la melodia orecchiabile di testi potenti. Le sue canzoni, collegate ai più pressanti temi della modernità, hanno ispirato movimenti artistici e politici in tutto il mondo. Anche in questo sta la magia del cantautore statunitense che gli è valsa il premio Nobel per la letteratura 2016, capace di tradurre in musica e parole tematiche immortali, attraverso pezzi simbolo e senza tempo come “Mr Tambourine Man” e “Knockin’ on Heaven’s Door”.

 

Bob Dylan
Bob Dylan, portrait, Credit William Claxton

 

Ma forse non tutti sanno che la sterminata produzione artistica dell’icona assoluta della cultura contemporanea mondiale non riguarda soltanto la musica. Oltre alla straordinaria capacità di utilizzare insieme chitarra, armonica e poesia, Bob Dylan vanta infatti a curriculum anche un’interessantissima ricerca intorno all’arte visiva, tra dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo, materiale video.

 

Bob Dylan, Abandoned Motel, Eureka, 2015-2016, acrilico su tela / acrylic on canvas

 

Per la prima volta in Europa, una retrospettiva rende omaggio a questo lato inedito e al contempo florido del re del folk e del rock, rendendo pubbliche le sue opere di arte visiva. E sono oltre 100 i lavori raccolti nella mostra “BOB DYLAN. RETROSPECTRUM” in scena fino al 30 aprile al MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.

Una mostra che, sotto la curatela di Shai Baitel, approda per la prima volta in Italia, negli spazi avveniristici del museo capitolino progettato dall’archistar Zaha Hadid, dopo aver appassionato oltreoceano i visitatori del MAM di Shanghai e del Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami.

L’esposizione abbraccia oltre cinquant’anni di carriera, offrendo la possibilità di ammirare il viaggio creativo di Bob Dylan, ma questa volta attraverso la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. I lavori esposti mettono in luce quei motivi che da sempre fanno parte dell’immaginario di musicista di Bob Dylan e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti: quelli dell’America più vera, on the road.

 

Bob Dylan, Endless Highway 2, 2015-2016, acrilico su tela / acrylic on canvas

 

Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon. Come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Bob Dylan rende poetica l’America più profonda, osservandola nel suo lato più ruspante. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà.

I dipinti hanno il sapore di un realismo arcaico, statico perlopiù, ma comunque percorso da un fremito. Le lunghe autostrade che sembrano dispiegarsi all’infinito verso l’orizzonte ci invitano a fermarci a riflettere sulla condizione umana, ma allo stesso tempo a continuare a muoverci in un viaggio che è più che altro esistenziale. L’arte di Bob Dylan è naturalmente diversa dalla sua musica, ma ne condivide l’intento; un invito a rallentare e a guardare la realtà da altre prospettive.

Forte del carisma visionario di un vero artista a tutto tondo, Bob Dylan scava ancora una volta nel profondo, pronto ad attraversare e rinnovare le arterie del pop, con la passione e la semplicità diretta che da sempre lo contraddistingue.

 

Bob Dylan, Spectator Sport, 2020, acrilico su tela / acrylic on canvas

 

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