l'arte come non l'hai mai vissuta
CARRELLO
Cerca
Close this search box.

Confini liquidi. Una diciannovesima Biennale di Architettura dove non può vincere la retorica

Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, Padiglione Italia, 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Guendalina Salimei. Tese delle Vergini dell’Arsenale, Venezia
Facebook
LinkedIn
WhatsApp
Fino al 23 novembre, Venezia ospita la 19. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective.

Curata da Carlo Ratti, la manifestazione indaga il ruolo dell’intelligenza naturale, artificiale e collettiva, partendo da una constatazione urgente: l’architettura, da sempre strumento di adattamento, è chiamata oggi a un cambio di paradigma. Non basta più mitigare i cambiamenti climatici, bisogna imparare a conviverci, attingendo a ogni forma di sapere per affrontare gli eventi metereologici straordinari che plasmano una nuova quotidianità.

La mostra si propone come un invito all’azione condivisa, che supera la figura dell’architetto solitario per abbracciare un modello progettuale multidisciplinare e inclusivo.

Ricca di oltre 66 partecipazioni nazionali, diffuse fra i Giardini (26), l’Arsenale (25) e il centro storico di Venezia (15), come ogni anno la Biennale si diffonde in maniera osmotica fra eventi ufficiali e off, guidati dal comune impegno di raccontare il nostro presente.

Se sfogliando il vasto programma della manifestazione è doveroso un accenno al progetto Margherissima, dedicato alla rigenerazione dell’area di Marghera, sono cinque le immagini attraverso cui poter raccontare una Venezia dell’architettura in bilico fra futuro e passato, che per alcuni mesi si trasforma in “laboratorio vivente” e consapevole di speranze progettuali.


Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, Padiglione Italia, 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, Tese delle Vergini dell’Arsenale – Courtesy PCM Studio
Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, Padiglione Italia, 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, Tese delle Vergini dell’Arsenale – Courtesy PCM Studio

1 Un Padiglione Italia “necessario”

Se millenario e ambiguo è il rapporto fra la nostra Nazione e il mare – come si può percepire anche dalla sottolineatura del Ministro della Cultura Alessandro Giuli: «Ripensare e progettare in modo sostenibile le nostre coste è la chiave del futuro della Nazione» – il Padiglione Italia della 19. Mostra Internazionale di Architettura si offre al pubblico come un rinnovato racconto architettonico, scientifico e culturale che pone il Mediterraneo al centro di una riflessione urgente sul rapporto tra terra e acqua, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa.

Al di là della retorica identitaria, come evidenziato dall’attento progetto espositivo, è necessario affrontare oggi le sfide poste dai cambiamenti climatici, dalla pressione antropica e dalla necessità di rigenerazione delle aree costiere per poter guardare al mare non come limite, ma come piattaforma che genera connessioni e reciprocità fra proficue differenze.

Se i temi affrontati spaziano dalla riqualificazione dei waterfront urbani alla reinterpretazione di dispositivi di soglia (moli, fari, barriere), dalla riconversione del patrimonio costiero dismesso alla valorizzazione del patrimonio sommerso e ambientale, è la necessità sociologica che emerge con forza dall’esposizione italica, forse superando le volontà curatoriali, palesando con urgenza necessità umane non più derogabili.


L’ORO DIPINTO. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia, exhibition view, Palazzo Ducale, Venezia, 2025 – Courtesy MUVE, ph Irene Fanizza

2 L’oro dipinto di El Greco

Il tema del mare come connessione fra popoli e culture è certamente noto e identitario per la città di Venezia. Non scontata è invece la mostra L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia, fruibile fino al 29 settembre negli Appartamenti del Doge a Palazzo Ducale.

Curata da Chiara Squarcina, Katerina Dellaporta e Andrea Bellieni, l’esposizione racconta il rapporto secolare tra la Serenissima e la Candia veneziana, l’attuale Heraklion, baluardo dell’arte iconografica bizantina. Oltre 100 botteghe di “madoneri” vi operarono per secoli, mentre a Venezia giungevano artisti greci in cerca di nuove ispirazioni, dando vita a una fertile ibridazione stilistica.

Fulcro delle volontà curatoriali della mostra è El Greco, pittore eccelso e sincretico, esempio chiarificatore della potenza dell’arte quale mezzo di dialogo fra culture diverse, terreno fertile dove le differenze non generano tensione ma crescita carica di futuro.

E aperto alle nuove tecnologie è anche il percorso espositivo, che completa il portato culturale della mostra grazie a due installazioni interattive firmate camerAnebbia, che grazie all’intelligenza artificiale rendono il visitatore parte attiva nella reinterpretazione dell’iconografia bizantina.


Yasmeen Lari/Heritage Foundation of Pakistan, Community Centre, 2024. Installation view: 19th International Architecture Exhibition - La Biennale di Venezia. Photo: Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio
Yasmeen Lari/Heritage Foundation of Pakistan, Community Centre, 2024. Installation view: 19th International Architecture Exhibition – La Biennale di Venezia. Ph Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio

3 Il debutto del Qatar

Nell’ottica di una ricerca di un futuro possibile appare fondamentale la decisione del Qatar di sostenere l’apertura verso Venezia attraverso un debutto in grandissimo stile che trova peso culturale in Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa, significante titolo di una mostra divisa in due sedi che esplora il significato di ospitalità nei contesti architettonici e urbani del Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale-

Un’installazione ai Giardini della Biennale, nel sito destinato a ospitare il Padiglione permanente del Qatar, e una grande esposizione presso ACP-Palazzo Franchetti, curata da Aurélien Lemonier e Sean Anderson, indaga il modo in cui le forme dell’abitare e della comunità si siano evolute in risposta a contesti sociali, culturali e climatici.

Al di là dei progetti artistici e costruttivi, quello del Qatar è un importante gesto di diplomazia architettonica, come risulta evidente dalle parole di sua Eccellenza  Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani: “Un invito a condividere valori, memorie e visioni di futuro attraverso l’arte dell’abitare” – che fa davvero sperare in un domani migliore, se avremo l’umiltà di ascoltare.


LINES by KENGO KITO, installation view, Museo archeologico nazionale di Venezia, 2025 - Courtesy Veronesi Namioka, ph credit Ilaria Zago
LINES by KENGO KITO, installation view, Museo archeologico nazionale di Venezia, 2025 – Courtesy Veronesi Namioka, ph credit Ilaria Zago

4 anonymous art project approda a Venezia

Un altro debutto, questa volta europeo, vede la Biennale “sede” di anonymous art project, programma filantropico giapponese ideato da Hiroyuki Maki che decide di sostenere e arricchire il panorama culturale della Laguna.

Due mostre indipendenti offrono uno sguardo potente sull’arte contemporanea nipponica, in dialogo con l’identità architettonica e culturale veneziana.

Fino al 28 settembre 2025, il Museo archeologico nazionale di Venezia ospita LINES by KENGO KITO, installazione site-specific curata da Masahiko Haito. Il progetto segna la riapertura dello storico ingresso al civico 17 di piazzetta San Marco, avviando un processo di rinnovamento museale che “cambia” la cartografia della città.

Fino al 21 luglio Palazzo Bollani accoglie invece Mika NINAGAWA with EiM: INTERSTICE, prima personale europea del fotografo e regista giapponese Mika Ninagawa. La mostra è un’esperienza immersiva che fonde immagini, luci e suoni per esplorare i concetti di soglia, trasformazione e ambiguità percettiva.


02_Uruguay Pavilion Venice Biennale-1_Altripiani Studio, Glorija Blazinsek
Uruguay Pavilion, 19. Biennale di Architettura di Venezia – Courtesy SEI FONG Studio

5 Uruguay, l’acqua come nuova visione del territorio

L’Uruguay porta in Biennale il tema del secolo: l’acqua. Più che un’esposizione, quello proposto a Venezia è un manifesto che invita a ripensare il nostro rapporto con l’elemento idrico, non solo come risorsa, ma come struttura fondativa di cultura, economia e geopolitica.

Curato da Katia, Ken e Luis Sei Fong, il progetto si muove tra arte, design e urbanistica, e propone una ristrutturazione simbolica e reale del territorio basata sui suoi bacini e le sue acque marine. Un gesto politico e poetico che illumina uno dei pochi spazi permanenti latinoamericani nei Giardini della Biennale, diventando piattaforma di dialogo internazionale e specchio di una visione strategica per un intero continente.

“[…] come le nostre città dovrebbero adattarsi alle sfide del nuovo ordine climatico, che ruolo hanno i bacini idrografici nella ridefinizione dei confini, come può l’architettura contribuire a una gestione più equa e sostenibile dell’acqua e come può contribuire a un suo uso più equo e sostenibile” sono queste le domande poste da Maru Vidal, direttore nazionale della Cultura dell’Uruguay, che evidenziano una necessità epocali che non hanno più tempo per la retorica delle Nazioni, che hanno già cancellato l’idea di nazione a cui oggi si aggrappano con forza le volontà di potere.

John Baldessari. No Stone Unturned – Conceptual Photography
Un progetto di Cristiana Collu
Con la collaborazione di Estate of John Baldessari, John Baldessari Family Foundation and Sprüth Magers

Photo credits: Adriano Mura
Courtesy: Fondazione Querini Stampalia, Venezia
John Baldessari. No Stone Unturned – Conceptual Photography – Courtesy: Fondazione Querini Stampalia, ph credits Adriano Mura

00 Al di là della Biennale, una nuova era per Venezia

In una Laguna in grande fermento culturale, ricca di nuove realtà che rendono Venezia – simmetricamente –  meta prediletta per esporre il meglio di ricchissime collezioni private e per proporre importanti progetti di recupero della socialità urbana, caso eccezionale, al di là delle ricorrenze biennali, è la svolta storica intrapresa da Fondazione Querini Stampalia.

Il 5 maggio, compleanno del fondatore Giovanni Querini, l’istituzione guidata dalla nuova direttrice Cristiana Collu ha dato vita a una narrazione che vuole generare nuovi orizzonti intrecciando rigenerazione architettonica e cultura contemporanea.

Al di là della nuova identità visiva firmata Designwork, degli spazi ri-progettati da Verlato + Zordan e della più importante esposizione veneziana mai dedicata a John Baldessari – No Stone Unturned. Conceptual Photography (fino al 23 novembre) – quello che si mostra chiaramente è il sentito intento della Fondazione di porre al centro delle sue attività un necessario, e profondamente veneziano, desiderio di “meraviglia”, sviluppando un approccio rizomatico e inclusivo che si apre alla città e alle nuove generazioni.


Confini liquidi. Una diciannovesima Biennale di Architettura dove non può vincere la retorica
A cura di Carlo Ratti
10 maggio 2025 – 23 novembre 2025

www.labiennale.org
@labiennale


Immagine di copertina: Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare, Padiglione Italia, 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, Tese delle Vergini dell’Arsenale – Courtesy PCM Studio


Abbonati qui ad ArteiN per poter accedere ai contenuti esclusivi!

Articoli correlati
Scopri i nostri autori

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.