Facebook
Twitter
LinkedIn
Edoardo Alaimo

Quanto è importante l’Arte per l’Italia e qual è il ruolo del nostro paese all’interno dell’UNESCO? Questo, e molto altro, abbiamo chiesto a Liborio Stellino, ambasciatore d’Italia presso l’UNESCO, uomo colto e raffinato, che insieme alla sua squadra diplomatica ha iniziato il suo mandato a febbraio 2023, rappresentando il nostro paese nell’importante organizzazione internazionale.

Cos’è per lei l’arte? Cosa pensa dell’arte italiana?

Una nota rivista francese ha dedicato una sua recente copertina all’interrogativo, provocatorio: Tout est art?, esprimendo un certo disagio verso i significati più inflazionati attribuiti a un termine così intimamente legato all’essenza stessa dell’umanità. Non sono un addetto ai lavori, ma penso all’arte come a una luminosa pepita d’infinito che custodiamo dentro, come al nostro riscatto, alla rivincita contro l’ ‘inconveniente’ della mortalità.

Con tali premesse, non posso che considerare l’arte italiana come il tessuto connettivo della nostra identità, il tratto distintivo della nostra gente straordinaria, ma anche la punta di diamante della nostra promozione all’estero.

Liborio Stellino
Liborio Stellino con Audrey Azoulay direttrice generale dell’UNESCO – Courtesy Liborio Stellino
Quali sono i suoi obiettivi in questi quattro anni a Parigi?

Consolidare e arricchire ulteriormente il contributo italiano alle sfide globali dell’Unesco nel suo ampio mandato: in primo luogo, l’attivazione – come accaduto con il recente ripristino della Biblioteca Universitaria di Mosul in Iraq e la ricostruzione del Museo Sursok a Beirut – di nuovi partenariati per il recupero del patrimonio culturale in aree di crisi. Penso anzitutto all’Ucraina e all’impegno già annunciato in tal senso dal Vice Presidente Tajani per la ricostruzione del centro storico di Odessa.

Penso anche all’indispensabile e urgente strategia in favore dell’Africa, in particolare per facilitare l’accesso a programmi di istruzione superiore di qualità nel Continente.
Non può mancare un accenno all’ulteriore valorizzazione degli “asset” Unesco che l’Italia ospita, come il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP), l’Accademia Mondiale delle Scienze (TWAS) a Trieste, il WWAP (World Water Assessment Program) a Perugia e l’Ufficio regionale Unesco di Venezia per la Scienza e la Cultura.
Tutto ciò senza trascurare l’azione quotidiana a presidio della nostra leadership nell’ambito del Patrimonio dell’Umanità.

L’Italia è il paese che ha il maggior numero di siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale. Quali sono i benefici di questo primato per la promozione del sistema paese? Con questo primato, che ruolo ha l’Italia all’interno dell’organizzazione?

Il fatto che un’opera abbia questa ‘medaglia’, pone l’accento sulla grande responsabilità correlata alla sua iscrizione: potersi fregiare del prestigioso ‘marchio’ Unesco ti colloca su un piano di notorietà internazionale che non manca di generare concreti vantaggi sul versante turistico e commerciale. Al contempo, ti obbliga a preservare e valorizzare in maniera sostenibile quei luoghi, con numerosi adempimenti in capo al paese, in coerenza con la natura universale a cui quell’area assurge. Detenere pertanto il primato di siti del patrimonio mondiale (59 adesso) non è una gara, ma un impegno concreto a tutela delle nostre tante meraviglie che appartengono all’Umanità intera.

Liborio Stellino
Liborio Stellino – Courtesy Liborio Stellino
In questi ultimi mesi, sui quotidiani grande attenzione è stata data a Venezia, ma Venezia è davvero in pericolo?

Credo che Venezia sia nata in pericolo e che la sua stessa ardita fondazione sul terreno instabile della laguna testimoni l’impegno, il genio e la resilienza della sua gente.

La sua intrinseca fragilità cresce naturalmente di pari passo con l’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici, con l’overtourism, l’inquinamento e l’erosione dei fondali, ma non si può negare che in tempi recenti siano state date importanti risposte alle emergenze: l’attivazione del MOSE (che ha salvato la città anche dagli effetti devastanti della Tempesta Ciaran nelle settimane scorse); il divieto di attracco per le grandi navi a San Marco; le barriere di protezione che circondano San Marco; il recentissimo lancio del programma pilota per il controllo e monitoraggio dei flussi turistici.

I reiterati moniti dell’Unesco servono sicuramente a tenere alta la pressione sull’Amministrazione locale, chiamata costantemente a non abbassare mai la guardia nell’impegno verso queste molteplici sfide.

 

Per continuare a leggere l’articolo, acquista subito il nuovo numero!

Qui puoi trovare i numeri precedenti.

Ti potrebbe interessare
Facebook
Twitter
LinkedIn
Ho sempre ammirato la pratica artistica di Davide Benati, capace di una pittura colta e raffinata, che grazie alla…
Facebook
Twitter
LinkedIn
Ho sempre ammirato la pratica artistica di Davide Benati, capace di una pittura colta e raffinata, che grazie alla…