La venticinquesima edizione del nostro TG dell’arte parte dall’occhio poetico di Saul Leiter, ospitato negli spazi del Belvedere della Reggia di Monza, per spostarsi poi a Verona, fra muri e pellicole, grazie alla mostra Best Before. Street Art Against a Rancid Future. Il nostro viaggio si conclude nel cuore della Pianura Padana, a San Benedetto Po, alla scoperta di Jisbar, uno degli esponenti più apprezzati della street art internazionale.
1. L’occhio poetico di Saul Leiter

Al Belvedere della Reggia di Monza la prima grande mostra italiana dedicata a Saul Leiter. L’esposizione, dal titolo “Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia”, presenta 126 fotografie in bianco e nero, 40 fotografie a colori, 42 dipinti e rari materiali d’archivio, tra cui riviste d’epoca originali e un documento filmico.
La mostra include sia stampe vintage che moderne, primi lavori sperimentali e fotografie di moda realizzate durante le sue collaborazioni con Harper’s Bazaar. Mentre i suoi contemporanei cercavano di catturare la grandezza e la modernità di New York, Leiter ha intrapreso una strada radicalmente diversa, trasformando momenti quotidiani in composizioni liriche e intimiste.
2. Tra street art e cibo

“Best Before. Street Art Against a Rancid Future” è il titolo della mostra curata da Sara Maira che presenta undici murales realizzati dall’artista e attivista CIBO insieme a importanti nomi della street art internazionale.
Ogni opera è stata fotografata da Martha Cooper e racconta un messaggio potente: dalla “Cheesecake apocalittica” realizzata con PLANK, al “Gemellaggio” con PABLOS che unisce simboli italiani e cubani in segno di fratellanza tra popoli.
Particolarmente significativa è “Zygaena Trifolii”, creata con Mantra, dove svastiche vengono coperte da una danza visiva di falene e asparagi in fiore, creando un potente richiamo antifascista. Con ZED1 nasce invece “Più pizza meno strizza!”, dove un pizzaiolo nutre menti e cuori, sottolineando il valore del cibo come strumento di condivisione.
Altri interventi di rilievo includono la collaborazione con Claudiano.jpeg nei “Lillipuziani su zucche antifasciste”.
3. Jisbar e le icone senza tempo

Nel cuore della Pianura Padana, il monastero benedettino di Polirone a San Benedetto Po (MN), luogo sacro la cui genesi risale agli albori dell’anno 1000, accoglie l’evento espositivo “Timeless Icons” di Jisbar, uno degli esponenti più apprezzati della street art internazionale.
Nato nel 1989, Jisbar è un artista francese il cui universo singolare fonde l’eredità dei grandi maestri della storia dell’arte con l’energia vibrante della pop culture e della street art.
La mostra, allestita nel Refettorio monastico polironiano e curata da Sandie Zanini, si sviluppa in un percorso visivo di oltre 25 tele inedite, in un gioco di contrasti e armonie. Il percorso, suddiviso in tre sezioni, prende avvio dalla cinquecentesca Ultima Cena di Girolamo Bonsignori, collocata all’interno del coevo affresco del Correggio.
La prima sezione, dedicata alla “Classicità”, si apre con un omaggio ai capolavori della storia dell’arte italiana: la “Nascita di Venere” di Botticelli, “Amore e Psiche”, fino alla “Gioconda”, il soggetto preferito da Jisbar che lo ha consacrato a livello internazionale.
La rassegna prosegue con un omaggio alle icone dell’arte contemporanea del ‘900, da Andy Warhol a Michel Basquiat, da Frida Kahlo a Pablo Picasso.
Immagine di copertina: JISBAR. Timeless Icons, Monastero di Polirone, San Benedetto Po, Photo Credit Nicoletta Marani Photography
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