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Wayne Thiebaud

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La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, redatta da Thomas Jefferson e approvata dal Congresso di Filadelfia il 4 luglio 1776, statuisce il perseguimento della felicità come diritto inalienabile. La felicità viene qualificata come un diritto innato, al pari della libertà, della proprietà e della vita.

 

“Le ripetizioni e i motivi di Wayne Thiebaud trasmettono un senso dell’ordine e in una giustapposizione tra la superficie e il fondo”.

 

Non è difficile rintracciare le motivazioni di questa scelta da parte di una popolazione di coloni che spesso avevano compiuto la scelta forzata di abbandonare la madrepatria europea perché vittime di discriminazioni etniche, politiche e religiose. Quell’”American Way of Life” teso alla realizzazione personale e al godimento materiale che abbiamo imparato a conoscere, e a volte a criticare, appare a noi europei talvolta eccessivo e smaccatamente ottimista, quasi che l’essere felici sia un obbligo piuttosto che un diritto.

 

Wayne Thiebaud
Wayne Thiebaud, Student, 1968 Olio su tela / Oil on Canvas Doris And Donald Fisher Collection San Francisco Museum of Modern Art © Wayne Thiebaud Foundation/2022, Prolitteris, Zurich ph. Katherine Du Tiel

 

Un ethos che si incarna nei costumi della società, nell’ambizione di emergere, nella retorica dell’American Dream propagandato vieppiù durante la guerra fredda come alternativa vincente alla vita lugubre del modello socialista. La pittura di Wayne Thiebaud incarna, almeno superficialmente, questa visione nelle smaltate e accattivanti nature morte che propongono l’abbondanza e la ricchezza propalata dell’Eldorado americano.

A poco più di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il giorno di Natale del 2021, la Fondation Beyeler di Basilea realizza una delle più ricche mostre retrospettive dell’artista in terra europea presentando, fino al 21 maggio 2023, 65 opere attinte da collezioni pubbliche americane e da prestiti privati. Wayne Thiebaud nasce in Arizona nel 1920, nella deep America, lontana da quella costa Est degli Stati Uniti dove si svilupperanno le principali tendenze artistiche del secondo dopoguerra.

 

Wayne Thiebaud, Two Paint Cans, 1987, Olio su carta applicata su cartoncino / Oil on paper laid down on cardboard, Wayne Thiebaud collection. © Wayne Thiebaud Foundation/2022, Prolitteris, Zurich, ph. Matthew Kroening

 

Verrà in più occasioni accostato alla Pop Art, definizione che l’artista tenderà sempre a rifuggire. Il suo percorso artistico viene piuttosto modellato dalla sua esperienza di cartonista ai Walt Disney Studios dove impara a disegnare Topolino e acquisisce una dimestichezza con il fumetto, la cartellonistica e la pittura murale. Qui inizia anche la sua carriera pittorica nella quale l’artista propone con una presentazione quasi pubblicitaria le proprie nature morte alla vista dello spettatore, imbellettandole con colori pastello e scolpendo la materia per catturare al meglio la luce.

La sua attenzione all’oggetto, alla figura e al paesaggio non raggiunge mai i climax ossessivi dell’estetica Pop newyorkese, ma rimane nell’alveo di una tradizione pittorica modellatasi allo studio dei grandi maestri della storia dell’arte. Nell’opera “35 cent Masterworks”, in mostra alla Fondation Beyeler, Wayne Thiebaud mette in chiaro quali siano gli artisti del proprio Pantheon personale. Su ciascuno dei quattro ripiani di uno scaffale portariviste sono allineati ordinatamente cataloghi di grandi maestri della storia dell’arte quali, ad esempio Monet, Picasso, Cézanne, Mondrian e il nostro Giorgio De Chirico che, come dichiara il cartellino del prezzo, sono acquistabili a soli 0,35 cent.

L’attenzione all’oggetto diverge dalla martellante insistenza di artisti quali Warhol e Rauschenberg, che erano ricorsi a tal fine anche a tecniche serigrafiche e ready-made accumulativi, come nei combine paintings, ben distanti dalla laboriosa tecnica ad olio di Wayne Thiebaud. Il consumatore delle sue vite silenti è lusingato e non sopraffatto dall’estetica dell’oggetto.

 

Wayne Thiebaud, Eating Figures (Quick Snack), 1963, Olio su tela / Oil on Canvas, Collezione privata / Private collection, Courtesy Acquavella Galleries © Wayne Thiebaud Foundation/2022, Prolitteris, Zurich

 

Giocattoli, gelati, distributori di chewing-gum, squisite fette di torta e anche allusive slot machine che blandiscono i sogni dei giocatori compaiono sempre ordinate e ben rifinite nelle composizioni dell’artista, proponendosi come dispensatori di felicità. Quanto questa felicità sia effimera o superficiale è un tema che l’artista non affronta in maniera esplicita, ma che probabilmente rimane sottotraccia soprattutto nella lettura che ne fa la critica europea.

Al massimo parlerei di una velata ironia che rivela i comportamenti del consumatore medio americano nell’irresistibile voluttà del soddisfacimento dei propri piaceri materiali. Perché fondamentalmente Wayne Thiebaud è un pittore realista e lo si coglie anche nei ritratti e nelle opere di paesaggio che appaiono come delle istantanee prive di dinamismo e immerse in una seducente staticità delle figure ritratte e nella solida consistenza delle vedute dei paesaggi californiani.

Wayne Thiebaud spinge al massimo le potenzialità della pittura e le modalità di impiego del colore, ponendo questo interesse a un livello forse superiore rispetto a quello dello stesso oggetto raffigurato. Non fa nulla infatti per nascondere le sue dense pennellate all’interno del dipinto, esaltando tanto il medium quanto il contenuto.

 

 

 

 

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