La trentaquattresima edizione del nostro TG dell’arte parte dalla città di Lecco alla scoperta di Antonio Ligabue e l’arte degli outsider, per poi spostarsi a Milano, fra le sale della grande mostra dedicata a Dorothea Lange. Il nostro percorso nella cultura si conclude tornando sulle sponde lariane, a Bellano, alla scoperta del nuovo Museo Giancarlo Vitali.
1. Dorothea Lange e la fotografia degli ultimi

Un viaggio che inizia negli anni Trenta. Dorothea Lange lascia il ritratto in studio per raccontare la realtà. A spingerla, la crisi seguita al crollo di Wall Street.
Nel 1935 parte con l’economista Paul S. Taylor – che diventerà suo marito – per documentare le condizioni dei lavoratori agricoli del Midwest, colpiti dalla siccità e dalle tempeste di sabbia note come Dust Bowl.
È in questo contesto che nasce Migrant Mother, il volto di una giovane madre con i figli in un campo di fortuna. Uno scatto destinato a diventare un simbolo.
Con il programma della Farm Security Administration, Lange attraversa gli Stati Uniti. Fotografa piantagioni, raccoglie storie, dà un volto alla povertà.
Negli anni della guerra, rivolge l’obiettivo sulla comunità nippo-americana, internata in campi di prigionia dopo l’attacco a Pearl Harbor. Anche in quel caso, restituisce dignità ai volti dimenticati.
2. Lecco celebra Ligabue

La mostra “Antonio Ligabue e l’arte degli outsider”, allestita al Palazzo delle Paure di Lecco, raccoglie oltre 90 opere per raccontare non solo il tormento e la genialità di Antonio Ligabue, ma anche la forza espressiva di altri artisti vissuti ai margini: Carlo Zinelli, Pietro Ghizzardi, Filippo de Pisis, Arturo Bonfanti, tra gli altri. Curata da Simona Bartolena, l’esposizione si concentra sulla relazione tra disagio psichico e creazione artistica, mettendo in discussione la definizione stessa di “normalità” nel mondo dell’arte.
Il percorso parte dal caso emblematico di Ligabue – autodidatta, internato più volte, isolato e ossessivo – e si apre su un panorama più ampio, quello degli “outsider artist”, ovvero coloro che hanno prodotto opere di grande intensità fuori dai canoni accademici, spesso da istituzioni psichiatriche o in contesti di marginalità. In mostra non solo dipinti, ma anche disegni e sculture, che rivelano una forza visiva istintiva e arcaica, capace di parlare direttamente all’inconscio.
3. Bellano dedica un museo a Giancarlo Vitali

Autodidatta legato al suo paese, Giancarlo Vitali ha dipinto per 70 anni nature morte, ritratti e scene popolari con uno stile espressivo unico.
Il museo – realizzato con allestimenti site-specific di Velasco Vitali – unisce la collezione permanente a mostre temporanee che mettono in relazione l’artista con altri linguaggi.
La direzione artistica è affidata alla storica dell’arte Chiara Gatti, che guiderà insieme all’artista Velasco Vitali anche le attività del Museo.
Immagine di copertina: Museo Giancarlo Vitali, Bellano, 2025 – Courtesy PCM Studio © Hanninen
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