
Lo storico dell’arte e curatore tedesco Uwe Goldenstein (*1971) ha lavorato come ricercatore per la Rockefeller Foundation di New York e l’Imperial War Museum di Londra, nonché docente, giornalista e autore specializzato in arte contemporanea. Ha sede a Berlino dal 2002, dove la sua collezione privata può essere visitata su appuntamento, dove svolge la professione di critico d’arte e advisor, in particolare per la pittura contemporanea. Uwe Goldenstein realizza anche cataloghi d’arte e il suo prossimo libro – sul pittore rumeno Radu Belcin – sarà pubblicato nell’aprile di quest’anno.
“Il ripetizionismo postmoderno sul mercato può funzionare per un po‘ nel caso in cui i risultati dell’asta lo accompagnino. Ma non funzionerà a lungo”.
Uwe Goldenstein
Nel 2018 Uwe Goldenstein ha impostato la serie di mostre “Preparing for Darkness” incentrata sulla posizione malinconica nell’arte contemporanea, esposte finora in Germania e Svizzera. Le prossime edizioni della serie includeranno opere di artisti quali Adam Magyar, Richard Stipl, Nicola Samorì, Daniel Pitín, Flavia Pitis, Evan Penny e Radu Belcin e si svolgeranno al Museo Zoya (Slovacchia) e al Museo Kampa di Praga alla fine di quest’anno. Abbiamo incontrato Uwe Goldenstein per farci illustrare il significato della sua visione.

Nella tua ultima pubblicazione “Prepararsi per l’oscurità. A New Movement in Contemporary Painting” (2020) parli di un divorzio. Perché pensi che sia tempo di divorzio nella pittura contemporanea e come lo descriveresti?
“È tempo di divorziare. Un divorzio da un tipo di pittura contemporanea che sembra sospesa nell’eterna postmodernità; una pittura che, per una marcata mancanza di abilità pittorica, non riesce a fare riferimento a nient’altro che a se stessa. Questo stato dell’arte moderna può essere vissuto come un pluriverso di stili, citazioni e allusioni senza una parvenza di coerenza interna.
I 15 pittori europei selezionati che sono pubblicati nel mio libro, rappresentano un contro-concetto e sono tutti nati negli anni 1970 e ‘80, si ergono come esempi di una generazione segnata da un eccezionale approccio intellettuale alle pratiche artistiche. L’esame approfondito della storia dell’arte, abbinato a una straordinaria abilità artistica, può essere visto come vero e imminente, in quanto ciascuno, attraverso il proprio stile unico, offre un dialogo reale, pittoricamente comprensibile e percepibile tra l’arte passata e il proprio mondo emotivo inscritto.
Ciò che li accomuna è una resurrezione della malinconia, che torna ad evidenziare il magico in un’esperienza visiva. In questo senso, la mia metafora scelta “Prepararsi per l’oscurità” intende descrivere sia la malinconia che lo status quo, unendo questi 15 artisti, unici come sono, in un nuovo movimento nell’arte contemporanea.”

In questo libro proclami l’italiano Nicola Samorì come uno dei pittori principali e più importanti della scena artistica mondiale, perché ci offre una prospettiva completamente nuova sulla pittura contemporanea. Perché Nicola Samorì secondo lei è un “leader”?
“In contrasto con i movimenti del passato, ad esempio la cosiddetta “Neue Leipziger Schule” (Neo Rauch tra gli altri) c’è un desiderio da parte del pubblico di qualcosa di veramente nuovo e travolgente. Se me lo chiedeste, dichiarerei morta la “Nuova Scuola di Lipsia”, soprattutto per il mercato, ma anche per l’accoglienza nella pittura contemporanea. Il nastro o proiettore invisibile che il pittore usava per fingere le sue limitate abilità è ancora visibile.
D’altra parte e al contrario, Nicola Samorì può essere visto come un artista ponte che richiama l’eredità della storia dell’arte con una prospettiva completamente nuova che dice: l’opera non ti guarda più, il rapporto è rotto. Molto raramente c’è una figura che focalizza lo spettatore con gli occhi nei dipinti di Nicola Samorì. Allo stesso tempo siamo affascinati dall’estetica della distruzione ben composta. In modo metaforico si potrebbe dire: la distruzione è la migliore metafora dei nostri tempi bui.”

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